Metodo

Ho perfezionato nel corso degli anni un Metodo, che viene di volta in volta adattato, personalizzato in base alle esigenze della singola paziente.

Se vuoi sapere quale percorso affronterai se deciderai di contattarmi, continua a leggere!

Visite e Trattamenti

In questa sezione del sito voglio raccontarti con la maggiore chiarezza e semplicità possibili cosa faccio ogni giorno, come visito i miei pazienti e, soprattutto, quali benefici potrai ottenere dai trattamenti e dagli interventi che eseguo.

Leggi con calma e attenzione, perché sono sicuro che, semplicemente leggendo, potrai immaginarti un futuro libero dal dolore e dai limiti causati da una ridotta mobilità, attraverso un percorso cucito su misura per te.

PRIMA VISITA

Dopo il colloquio telefonico in cui ti avrò chiesto alcuni dati su di te e sul tuo caso specifico, potremo fissare la prima visita. 

Una volta nel mio studio ti chiederò di raccontarmi:

  1. I sintomi che avverti
  2. Da quanto tempo durano
  3. Quanto sono intensi
  4. Come limitano la tua vita quotidiana
  5. Cosa continui a fare
  6. Cosa non riesci più a fare. 

L’ascolto è una parte fondamentale del mio Metodo. A questo punto ti chiederò di farmi un quadro più ampio del tuo attuale stato di salute e, se hai già eseguito degli accertamenti, ti chiederò di mostrarmeli. 

A quel punto ti farò accomodare sul lettino dopo averti fatto togliere il pantalone e le scarpe, e inizieremo la visita in cui valuterò attentamente le zone in cui avverti dolore.

Al termine dell’esame clinico, ti spiegherò cosa ho riscontrato, qual è la terapia che propongo e cosa possiamo aspettarci. 

  • Se il tuo problema richiede un intervento chirurgico, ti racconterò molto rapidamente di cosa si tratta e come si svolgerà l’iter prima e durante il ricovero fino alla dimissione. 
  • Se sarà necessario rivederci, ti farò le mie prescrizioni e risponderò ai tuoi eventuali dubbi.

IL PERCORSO CHIRURGICO

Nel caso in cui tu debba subire un intervento all’anca, verrai chiamato dall’ufficio ricoveri dell’ospedale per fissare un pre-ricovero.

Si tratta di una mattina durante la quale, oltre agli esami del sangue pre-operatori e alle radiografie pre-operatorie, svolgerai un colloquio con l’anestesista e con un membro della  équipe chirurgica.

Entro 2 mesi dal pre-ricovero si fissa la data dell’intervento. 

  • Quando arriverai in stanza, il giorno dell’intervento passerò a salutarti per chiederti come ti senti e chiarire quello che succederà nelle 12 ore successive all’operazione, ovvero quando farai la radiografia, gli esami del sangue e, se tutto sarà nei limiti, non resterà che fare i primi passi con le stampelle accompagnato dal fisioterapista
  • Nei giorni progredirai fino al momento della dimissione al domicilio o, in casi selezionati, del ricovero presso un struttura riabilitativa. Al momento della dimissione generalmente passerò personalmente a salutarti, controllare la ferita e consegnarti la dimissione.

LA CHIRURGIA

Il trattamento chirurgico, per le patologie articolari dell’anca dell’adulto, spesso coincide con la protesi totale

Molto spesso i pazienti si rivolgono a me quando hanno già una diagnosi di un problema che richieda l’impianto di una protesi articolare o la revisione di un impianto di una protesi articolare. 

Sia per l’ esperienza clinica, chirurgica e scientifica che ho maturato in questo ambito, sia per il fatto che lavoro in un centro di riferimento,  ho la possibilità di eseguire approcci chirurgici che si adattano a tutte le eventualità del singolo caso, da quelli mininvasivi o con risparmio tissutale, fino ad approcci più estesi, necessari nei casi complessi e nei casi di reinterventi, laddove necessario. 

L’approccio chirurgico è di tipo personalizzato, un concetto che non riguarda solo la scelta della protesi, ma include anche la fase pre-operatoria. 

Dopo l’inquadramento nella visita e la valutazione degli esami che il paziente ha eseguito, prima dell’intervento, si svolge una pianificazione pre-operatoria passando in rassegna le problematiche del paziente e quelle che potenzialmente potranno influenzare l’intervento e il suo successo.

Questo processo culmina con il planning radiologico: utilizzando un software specifico è possibile ottenere misurazioni computerizzate su apposite radiografie, che riproducono le misure reali che ritroveremo in sala operatoria. In maniera analoga, andremo a testare i vari modelli di protesi che abbiamo a disposizione, per capire quale si adatta meglio al tuo caso. 

L’esperienza maturata mi permette di utilizzare diversi tipi di impianti, in modo personalizzato, e scegliere il tipo di fissazione più adatta per una protesi in un determinato paziente. 

Basiamo queste scelte su dati supportati dalla letteratura scientifica relativi ai tassi di successo, e si applica lo stesso principio per i biomateriali utilizzati (titanio, ceramica, cromo-cobalto, polietilene). 

Nell’ambito di questo planning, svolgeremo alcune valutazioni su parametri che riguardano la “geometria” dell’anca, come la lunghezza, ad esempio. Tutto questo serve per arrivare preparati in sala operatoria, non solo per prevedere la protesi da utilizzare, ma anche per far emergere criticità che altrimenti ci coglierebbero di sorpresa durante l’intervento.

Ripeteremo le misurazioni anche durante l’intervento per valutare cosa succede “dal vivo” e testeremo il funzionamento di questa protesi durante l’operazione. 

Il posizionamento delle componenti della protesi in sala operatoria terrà conto delle tue caratteristiche anatomiche e funzionali e delle articolazioni vicine, del ginocchio e soprattutto della colonna vertebrale, che lavora insieme alla pelvi per partecipare ai movimenti dell’anca. L’intervento si svolge quasi sempre in anestesia spinale, con la durata dell’anestesia di qualche ora, in modo tale da ridurre o eliminare il dolore per il tempo necessario, e poter riprendere il movimento subito dopo l’intervento

Il dolore viene controllato con farmaci all’inizio somministrati per via endovenosa e, nei giorni successivi, per bocca. Se vieni operato al mattino già nel pomeriggio potrai metterti in piedi per fare i primi passi con le stampelle, mentre la mattina successiva inizierai a camminare e a svolgere i primi esercizi con il fisioterapista.

Questo processo culmina con il planning radiologico: utilizzando un software specifico è possibile ottenere misurazioni computerizzate su apposite radiografie, che riproducono le misure reali che ritroveremo in sala operatoria. In maniera analoga, andremo a testare i vari modelli di protesi che abbiamo a disposizione, per capire quale si adatta meglio al tuo caso. 

L’esperienza maturata mi permette di utilizzare diversi tipi di impianti, in modo personalizzato, e scegliere il tipo di fissazione più adatta per una protesi in un determinato paziente. 

Basiamo queste scelte su dati supportati dalla letteratura scientifica relativi ai tassi di successo, e si applica lo stesso principio per i biomateriali utilizzati (titanio, ceramica, cromo-cobalto, polietilene). 

Nell’ambito di questo planning, svolgeremo alcune valutazioni su parametri che riguardano la “geometria” dell’anca, come la lunghezza, ad esempio. Tutto questo serve per arrivare preparati in sala operatoria, non solo per prevedere la protesi da utilizzare, ma anche per far emergere criticità che altrimenti ci coglierebbero di sorpresa durante l’intervento.

Ripeteremo le misurazioni anche durante l’intervento per valutare cosa succede “dal vivo” e testeremo il funzionamento di questa protesi durante l’operazione. 

Il posizionamento delle componenti della protesi in sala operatoria terrà conto delle tue caratteristiche anatomiche e funzionali e delle articolazioni vicine, del ginocchio e soprattutto della colonna vertebrale, che lavora insieme alla pelvi per partecipare ai movimenti dell’anca. L’intervento si svolge quasi sempre in anestesia spinale, con la durata dell’anestesia di qualche ora, in modo tale da ridurre o eliminare il dolore per il tempo necessario, e poter riprendere il movimento subito dopo l’intervento

Il dolore viene controllato con farmaci all’inizio somministrati per via endovenosa e, nei giorni successivi, per bocca. Se vieni operato al mattino già nel pomeriggio potrai metterti in piedi per fare i primi passi con le stampelle, mentre la mattina successiva inizierai a camminare e a svolgere i primi esercizi con il fisioterapista.

IL POST-OPERATORIO

La durata della degenza è variabile, alcuni pazienti possono andare a casa già dopo 2 giorni e, in media, la durata della degenza è tra i 3 e i 5 giorni dopo l’intervento. I reinterventi ovviamente prevedono durate delle degenze maggiori. 

Al termine del ricovero, il paziente potrà tornare a casa osservando alcuni piccoli accorgimenti, per le prime settimane, oppure, in casi selezionati, proseguirà il percorso presso una struttura riabilitativa per 1 o 2 settimane. 

A casa camminerà con l’aiuto delle stampelle e potrà eseguire alcuni semplici esercizi appresi in reparto. In casi selezionati, si svolgerà la fisioterapia in regime ambulatoriale con il fisioterapista, in un numero variabile da 10 a 20 sedute.

Il recupero completo è soggettivo, dipende dalla complessità del caso, ma è molto legato anche alle condizioni generali del paziente, alle sue caratteristiche psicologiche e fisiche, e alla sua motivazione. 

Solitamente il beneficio è tanto più immediato quanto più il paziente stava male prima dell’intervento e, in linea generale, il tempo necessario per una ripresa completa è tra 1 e 3 mesi

Al termine di questo periodo possiamo dire che in molti casi il paziente avrà un recupero tale da poter tornare agli stessi movimenti di un’articolazione sana e non avrà più dolore.

I CONTROLLI

I controlli successivi all’intervento sono ad una distanza di 2 settimane dall’operazione, ai quali seguiranno visite con radiografia di controllo a 40 giorni, 3 mesi, 6 mesi, 1 anno e successivamente ogni 12 mesi. 

I controlli sono necessari, nella prima fase per valutare che il recupero sia completo e intervenire in maniera adeguata su eventuali problematiche che dovessero insorgere, ma sono importanti anche quando tutto va bene ed il paziente non ne sente la necessità, per valutare le radiografie ponendo attenzione ad aspetti che il paziente stesso non può notare dal punto di vista clinico.

  • 1° CONTROLLO

    15 giorni dall’intervento circa

    Desutura. Accolgo il paziente in ambulatorio, e dopo una chiacchierata per capire il suo stato di salute, gli spiegherò come comportarsi nei giorni successivi e cosa fare, anche dal punto di vista dei farmaci da assumere.

  • 2° CONTROLLO

    40 giorni dall’intervento circa

    Visita con radiografia: spiego al paziente come comportarsi successivamente, quando abbandonare le stampelle e progressivamente fornisco indicazioni sui movimenti.

  • 3° CONTROLLO

    3 mesi dall’intervento circa

    Visita ed eventuale radiografia. Generalmente lo scopo è quello di rassicurare il paziente sul fatto che può riprendere qualsiasi attività.

  • 4° CONTROLLO

    6 mesi dall’intervento circa

    Visita con radiografia, durante la quale cerco di capire qual è il grado di soddisfazione arrivato a questo punto e cosa correggere se qualcosa non è andato per il meglio durante la fase post-operatoria.

  • CONTROLLO AD UN ANNO

    12 mesi dall’intervento circa

    Visita e radiografia: si fa il bilancio di dove si è arrivati e salvo diversa indicazione, si passerà al controllo annuale.

IL MIO METODO

Il mio Metodo si rivolge prevalentemente a pazienti adulti con patologia dell’anca

Il servizio parte con una prima visita specialistica, che serve ad un inquadramento della problematica e mira ad ottenere una diagnosi della problematica che sta causando il disturbo che avverti. 

In alcuni casi, non è possibile giungere subito a questa diagnosi ed a proporre la terapia più opportuna, ma è necessario eseguire accertamenti più o meno approfonditi. Una volta giunti ad una diagnosi della malattia, propongo al paziente la terapia che, sulla base delle evidenze scientifiche disponibili e del mio bagaglio di conoscenze, è la più adeguata per il suo caso.

Cerco di inserire il trattamento, conservativo o chirurgico, nell’ambito di una valutazione globale del paziente, intesa non solo come l’analisi dell’età anagrafica e delle malattie concomitanti, ma anche del contesto in cui si trovi e delle aspettative e motivazioni verso il percorso di cura. 

Tra i trattamenti conservativi, troviamo ad esempio:

1. Una terapia farmacologica di alcuni giorni o massimo un mese

2. Oppure trattamenti di medicina fisica e riabilitativa per cui nel percorso di cura potrebbe entrare in gioco la figura del fisioterapista

3. Trattamenti infiltrativi di cortisone, di acido ialuronico intrarticolare eseguite con l’ausilio dell’ecografia

4. Per casi selezionati, trattamenti di medicina rigenerativa che eseguo presso il centro REGAIN del mio Ospedale.

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