Hai paura della protesi d’anca? Sfatiamo i falsi miti sulla chirurgia dell’anca!

La protesi d’anca è spesso al centro di timori, dubbi e credenze errate. In questo articolo cercheremo di analizzare e chiarire le paure più comuni e offrire aspettative realistiche, basate sui dati scientifici disponibili.

Perché si ricorre alla protesi all’anca?

La ragione principale è che il dolore all’anca compromette la vita quotidiana, spesso associato a condizioni degenerative come l’artrosi, necrosi avascolare, displasia o esiti di trauma.

Quando il dolore all’anca persiste e non risponde più ai trattamenti conservativi (farmaci, fisioterapia, attività fisica ecc..), la chirurgia può diventare l’opzione più efficace per recuperare funzione e qualità di vita.

L’obiettivo è quello di alleviare il dolore, ripristinare movimento e riappropriarsi della propria qualità di vita.

“La protesi d’anca dura solo 10 anni”

Molte persone credono che una protesi vada cambiata dopo un decennio. In realtà:

  • Le ultime evidenze hanno mostrano che circa il 90% delle protesi totali d’anca raggiungono 20 anni di durata 
  • Questo dato promette di migliorare per ill futuro: negli ultimi 10 anni, la sopravvivenza globale è aumentata del 5% (in pratica, 10 anni fa “solo” l’85% delle protesi arrivava a 20 anni) 

Chiaramente,  questi dati dipendono da molti fattori, ad esempio il materiale dell’impianto, la tecnica chirurgica utilizzata, l’età del paziente, tipo di attività svolta.

Pertanto, non è corretto dire che una protesi sarà da sostituire dopo 10-15 anni, in quanto con i nuovi materiali e il miglioramento delle tecniche chirurgiche, molti pazienti raggiungono e possono superare anche un ventennio di vita con la stessa protesi.

L’intervento è enormemente invasivo e richiede settimane di ricovero

Questo era vero decenni fa. Oggi, con tecniche mininvasive e protocolli fast track (cioè di recupero rapido), i pazienti tornano a casa entro pochi giorni. In casi selezionati, è possibile che la dimissione possa avvenire in sicurezza anche 2-3 giorni dopo l’intervento.

Per esempio, nella chirurgia protesica mininvasiva dell’anca con utilizzo di un percorso “fast track”, il paziente potrà essere in piedi già dopo poche ore e iniziare la riabilitazione precoce. Il tutto ha come risultato finale una degenza più breve ed un recupero in generale più rapido.

Naturalmente, non tutti i pazienti sono idonei a protocolli ultra-rapidi, ci sono condizioni cliniche, comorbidità o fattori anatomici che richiedono tempi più lunghi, ma comunque nettamente ridotti rispetto al passato.

Dopo la protesi non posso più fare nulla di attivo?

Alcune persone pensano che dopo la protesi all’anca dovranno rinunciare ad attività quotidiane o sportive. In realtà:

  • Molti pazienti riportano un netto miglioramento del dolore e della mobilità entro 5 anni: circa il 90% di chi aveva dolore moderato prima dell’intervento riporta dolore lieve o nessun dolore anche dopo 5 anni 
  • Sebbene sport ad alto impatto (salti, corsa intensa) siano spesso sconsigliati, attività come camminare, nuoto, bici leggera e attività non traumatiche sono spesso non solo possibili, ma anche consigliate 
  • Il recupero dipende molto dalla fisioterapia, dall’impegno del paziente, dalla situazione pre operatoria e da un corretto programma post-operatorio 

Quindi no: non è detto che si debba vivere segnati o invalidati dal dolore. Molti tornano a camminare e a dedicarsi agli hobby con maggior benessere.

L’intervento è rischioso, può fallire facilmente

Ogni intervento chirurgico comporta potenziali rischi, ma la chirurgia protesica d’anca è tra le operazioni ortopediche con risultati più prevedibili, se eseguita correttamente.

Cosa dicono i dati:

  • Le complicanze come infezioni, lussazioni, mobilizzazione, usura esistono, ma sono relativamente rare se l’intervento è ben pianificato, eseguito da personale esperto in centri di riferimento 
  • In casi di revisione per infezione, la procedura in due tempi ha mostrato tassi di successo tra l’87 e il 92%

In sintesi: la protesi può fallire, ma le probabilità di successo sono elevate, soprattutto se si scelgono strutture con esperienza e con volumi operatori costanti.

 

È meglio rimandare l’intervento finché non diventa indispensabile

Molti pazienti cercano di “resistere” più a lungo possibile, ma:

  • Un ritardo eccessivo può portare a peggioramento muscolare, rigidità articolare e peggiori condizioni generali 
  • In pazienti più debilitati, il recupero può essere più lento e complicato 
  • È essenziale valutare il momento giusto insieme al chirurgo: non si tratta di affrettare l’intervento, ma di programmarlo quando i benefici superano i rischi 

Cosa aspettarsi realisticamente da una protesi: paure vs. aspettative

Oltre la metà delle protesi d’anca moderne supera i venticinque anni di durata, anche se naturalmente la sopravvivenza dipende dall’età del paziente, dal livello di attività, dalla tecnica chirurgica e dai materiali dell’impianto. Non si può garantire un risultato eterno, ma parlare di soli dieci anni è ormai un falso mito.

Un altro timore riguarda i tempi di recupero. Molti immaginano lunghi ricoveri e settimane di immobilità a letto. È vero che un tempo i protocolli erano molto più lenti, ma oggi, grazie alla chirurgia mininvasiva, i pazienti si alzano già poche ore dopo l’intervento e possono essere dimessi in pochi giorni, quando le condizioni cliniche lo consentono. 

C’è poi la convinzione che, una volta impiantata la protesi, non sia più possibile avere una vita attiva e piena. I dati scientifici mostrano invece che la maggior parte  dei pazienti riferisce una netta riduzione del dolore e un recupero della mobilità, tanto da tornare a svolgere attività quotidiane come camminare, coltivare i propri hobby e viaggiare. Alcuni riescono a praticare sport non traumatici come il nuoto o il ciclismo, ad esempio. Non tutto è permesso e alcune attività rimangono sconsigliate, ma affermare che la protesi “condanna ad una vita sedentaria” non corrisponderebbe al vero. 

La chirurgia protesica dell’anca, oggi, è pertanto una delle procedure ortopediche con più alto tasso di successo e con complicanze relativamente rare, in cui i benefici superano di gran lunga le paure.

Come scegliere la struttura giusta

Ecco alcuni criteri generici che valgono ovunque:

  1. Volume di procedure per anno: strutture con alto numero di interventi hanno generalmente risultati migliori (è un indicatore di esperienza).
  2. Team multidisciplinare: presenza di chirurghi ortopedici esperti, anestesisti dedicati, fisioterapisti specializzati
  3. Tecniche avanzate: uso di chirurgia mininvasiva e a risparmio tissutale
  4. Follow-up e revisione: capacità di gestione efficace in caso di complicanze
  5. Certificazioni ed accreditamenti: centri di riferimento regionali/nazionali con reparti specializzati per cure di alta complessità

Cosa puoi fare tu, prima e dopo l’intervento?

  • Prima: Cura lo stile di vita mangia sano e muoviti, per quanto possibile. Arrivare in buona salute ad un intervento è sempre un valore importante. Ottimizza il peso e la forza muscolare, controlla eventuali patologie generali (es. diabete), smetti di fumare. Segui le indicazioni del chirurgo per l’intervento più adatto
  • Dopo: segui fedelmente il percorso di fisioterapia, aderisci al protocollo riabilitativo, evita carichi eccessivi nei primi mesi

Così potrai massimizzare la durata della protesi d’anca e ridurre il rischio di complicazioni.

Riprendi in mano la tua vita senza timori

Se soffri di dolore all’anca e stai cercando una soluzione definitiva, il Metodo del Dott. D’Apolito può essere il passo che aspettavi. 

Grazie ad un approccio personalizzato, tecniche moderne e una cura attenta in ogni fase del percorso, è possibile tornare a camminare senza dolore, con fiducia e sicurezza.

Prenota una visita

Se avverti dolore all’anca, hai già una protesi o temi che qualcosa non stia funzionando, non aspettare. Parla con uno specialista: la tua qualità della vita può migliorare, e anche molto.

Per maggiori informazioni o per prenotare una visita specialistica presso una delle sedi (Milano, Biella, Lanciano, Pescara e Policastro Bussentino), visita il sito ufficiale del Dott. Rocco D’Apolito o contatta lo studio. Il primo passo verso la tua nuova libertà è più vicino di quanto pensi.

Prenota una visita per scoprire la soluzione più adatta a te: chiama o scrivi su WhatsApp al 379 12 89 340, oppure mandami una mail a info@roccodapolito.it

Dove visito?

  • IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, Via Cristina Belgioioso, 173 • 20161 | Milano
  • Cerba Healthcare Cletamedica, Via della Repubblica, 6 • 13900 | Biella
  • CAMS Centro Atleti Medico Sportivo, Via Ferro di Cavallo, 108 • 66034 | Lanciano
  • Pescara Smart Care, Via Tiburtina Valeria, 63 • 65128 | Pescara
  • Centro Diagnostico Futura, Via Ferrovia, 1 • 84070| Policastro Bussentino 

Dott. Rocco D’Apolito 

Specialista in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca.

Nr. Ordine dei Medici della Provincia di Salerno: 9967

Partita Iva: 05509690656

 

Bibliografia

  • The worldwide survival rate of total hip arthroplasties is improving: a systematic comparative analysis using worldwide hip arthroplasty registers. Clar, C., Leitner, L., Koutp, A., Hauer, G., Rasic, L., Leithner, A., & Sadoghi, P. EFORT Open Reviews 2024, 9(8), 745-750. 
  • Total joint replacement improves pain, functional quality of life, and health utilities in patients with late-stage knee and hip osteoarthritis for up to 5 years. Neuprez A, Neuprez AH, Kaux JF, Kurth W, Daniel C, Thirion T, Huskin JP, Gillet P, Bruyère O, Reginster JY. Clin Rheumatol. 2020 Mar;39(3):861-871.
  • Survivorship and Outcomes of 2-Stage Revision for Infected Total Hip Arthroplasty at a Mean of 7-Year Follow-Up. Vasarhelyi, Edward M. et al. The Journal of Arthroplasty 2024, Volume 39, Issue 9, S243 – S247
  • How long does a hip replacement last? A systematic review and meta-analysis of case series and national registry reports with more than 15 years of follow-up. Evans, Jonathan T et al. The Lancet 2019, Volume 393, Issue 10172, 647 – 65

Sport e dolore all’anca: come continuare a muoversi senza peggiorare la situazione. Strategie per sportivi che non vogliono aggravare il problema.

Il dolore all’anca è uno dei problemi più comuni tra gli sportivi, soprattutto dopo i 40 anni o in presenza di artrosi. Per chi ama correre, andare in bici, allenarsi in palestra o semplicemente fare attività fisica all’aria aperta, convivere con questo fastidio può trasformarsi in una vera sfida. Ma fermarsi del tutto non è sempre la soluzione migliore: l’inattività prolungata, infatti, rischia di peggiorare rigidità, perdita di tono muscolare e mobilità.

Come continuare a muoversi senza aggravare la situazione? 

E quando, invece, il dolore diventa un campanello d’allarme che porta necessariamente a valutare una protesi d’anca

In questo articolo analizzeremo insieme strategie pratiche per gli sportivi, indicazioni utili ed evidenze moderne per tornare a vivere senza dolore.

Perché compare il dolore all’anca negli sportivi?

Le cause possono essere molteplici:

  • Conflitto femoro-acetabolare: la testa del femore e il margine dell’acetabolo si toccano in alcune posizioni a causa di una conformazione alterata di uno o di entrambi, causando dolore.
  • Artrosi dell’anca: usura progressiva della cartilagine che riduce lo spazio articolare e aumenta l’attrito.
  • Lesioni da sovraccarico: microtraumi ripetuti, tipici di chi corre su superfici dure o fa sport ad alto impatto.
  • Displasia o alterazioni anatomiche: che predispongono a un consumo precoce della cartilagine.

Il risultato è sempre lo stesso: dolore, rigidità e perdita di performance.

Sport e dolore all’anca: cosa fare (e cosa evitare)

Sospendere ogni attività non è sempre la scelta migliore, a meno che il medico non lo indichi in modo esplicito. In molti casi, una riduzione dei carichi, esercizi mirati e un programma controllato possono aiutare a mantenere il tono muscolare senza aggravare l’articolazione, con benefici sul dolore e sulla mobilità.

Attività consigliate

  • Nuoto e acquagym: riducono il carico articolare grazie alla spinta dell’acqua.
  • Ciclismo a resistenza moderata: da evitare salite impegnative, mantenendo una pedalata fluida.
  • Camminata su terreni piani: mai in salita ripida o su fondi sconnessi.

Attività da limitare o evitare

  • Corsa su asfalto o terreni duri, che aumentano i microtraumi.
  • Sport da contatto (calcio, basket, pallavolo ecc) che espongono a colpi e torsioni.
  • Esercizi con carichi elevati per le gambe come squat profondi o affondi pesanti.

La regola d’oro? ascoltare il dolore

Se il dolore aumenta dopo l’attività o persiste nei giorni successivi, è il segnale che serve una valutazione specialistica.

Quando il dolore all’anca diventa un campanello d’allarme

Se il dolore è occasionale e legato ad un allenamento intenso, basta ridurre i carichi. Ma se diventa costante, peggiora di notte o limita le attività quotidiane, potrebbe essere segno di una artrosi avanzata o di altre condizioni che richiedono un trattamento più strutturato.

In questi casi, la terapia conservativa (farmaci, fisioterapia, infiltrazioni) può aiutare, ma quando non è più sufficiente, può essere necessario valutare la chirurgia dell’anca, in particolare l’impianto di una protesi all’anca, una strada che, come vedremo nelle prossime righe, non deve spaventarci. 

 

Protesi d’anca: quando e perché considerarla

Oggi la chirurgia dell’anca ha fatto passi da gigante. Interventi che una volta erano destinati ad un target di pazienti esclusivamente anziani e richiedevano mesi di recupero, oggi sono poco invasivi e permettono un ritorno rapido alla vita attiva, anche a quella sportiva.

Il ricorso alla protesi d’anca è indicato quando:

  • il dolore è costante, limita la mobilità o diventa invalidante rispetto alle normali attività;
  • le terapie conservative non funzionano più o non risponde alle terapie integrate;
  • si è in presenza di artrosi grave o necrosi della testa femorale.

Tecniche mini-invasive e recupero veloce

Grazie all’approccio mini-invasivo e alla gestione integrata del post-operatorio, è possibile ridurre al minimo il trauma chirurgico. Non è raro che i pazienti riescano a tornare a camminare il giorno stesso o il giorno dopo l’intervento, con una degenza media di soli 3-4 giorni. Il recupero completo e il ritorno alla vita autonomo, richiedono appena qualche settimana, con riabilitazione personalizzata e controllata.

Questo ovviamente non significa che il recupero sia “magico”: ogni percorso è guidato e monitorato attentamente da un team multidisciplinare, che lavora per evitare complicanze, migliorare la mobilità e ridurre il dolore.

Tornare allo sport dopo la protesi d’anca: è possibile?

Molti pazienti, dopo l’intervento, temono di dover rinunciare per sempre allo sport. In realtà, con la giusta riabilitazione e sotto controllo medico, è possibile riprendere diverse attività.

In particolare:

  • Nuoto e bici sono generalmente consigliati e sicuri;
  • Corsa leggera può essere praticata solo in alcuni casi, sempre dopo il via libera dello specialista;
  • Sport da contatto o ad alto impatto, come calcio o basket, sono generalmente sconsigliati.

Il ritorno allo sport è un obiettivo realistico, ma deve avvenire con un programma personalizzato, per garantire sicurezza e durata dell’impianto.

Il dolore non deve fermarti

Il dolore all’anca non deve significare la fine dello sport o della vita attiva. Oggi disponiamo di strategie per continuare a muoversi senza peggiorare la situazione e, quando serve, la chirurgia dell’anca rappresenta una possibilità concreta e sicura, grazie alle tecniche mini-invasive e a percorsi di recupero rapidi.

Se hai bisogno di un consulto o stai valutando la protesi all’anca affidati ad un approccio basato su esperienza e tecnologia. Il Dott. D’Apolito mette a disposizione il suo metodo a Milano, Biella, Lanciano, Pescara e Policastro Bussentino, con strutture d’eccellenza.

Il Metodo del Dott. D’Apolito: eccellenza nella cura e nel trattamento del dolore all’anca

Il Metodo del Dott. D’Apolito oggi rappresenta un approccio moderno e sicuro. Specializzato in protesi d’anca a Milano, il Dott. D’Apolito opera in una struttura d’eccellenza come l’IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, uno dei poli ortopedici più avanzati d’Europa.

Questo significa accesso a:

  • Tecniche mini-invasive per ridurre dolore e tempi di recupero;
  • Strumentazioni all’avanguardia e team dedicato;
  • Un percorso personalizzato, dall’inquadramento iniziale alla riabilitazione post-operatoria.

Per rendere il metodo accessibile anche a chi vive lontano da Milano, e in particolare in zone del centro/sud Italia, il Dott. D’Apolito visita anche in centri selezionati sul territorio nazionale:

  • Biella – Cerba Healthcare Cletamedica
  • Lanciano – CAMS Centro Atleti Medico Sportivo
  • Pescara – Pescara Smart Care
  • Policastro Bussentino – Centro Diagnostico Futura

Questo approccio permette ai pazienti di essere curati in un centro di riferimento, per garantire qualità del percorso terapeutico e chirurgico, allineato ai migliori standard clinici nazionali.

Il Metodo del Dott. D’Apolito è dunque accessibile in diverse regioni italiane, eliminando la necessità di spostamenti per l’inquadramento iniziale e la presa in carico. 

Grazie a una rete di strutture selezionate e specializzate, il paziente può intraprendere il percorso verso la protesi d’anca iniziando con una valutazione vicino a casa, potendo contare su esperienza e competenza.

Riprendi il controllo delle tue passioni

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  • CAMS Centro Atleti Medico Sportivo, Via Ferro di Cavallo, 108 • 66034 | Lanciano
  • Pescara Smart Care, Via Tiburtina Valeria, 63 • 65128 | Pescara
  • Centro Diagnostico Futura, Via Ferrovia, 1 • 84070| Policastro Bussentino 

 

Dott. Rocco D’Apolito 

Specialista in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca.

Nr. Ordine dei Medici della Provincia di Salerno: 9967

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Vuoi tornare a camminare senza dolore? Scopri il Metodo D’Apolito. Approccio personalizzato per affrontare il problema in modo efficace.

Il dolore all’anca può trasformare anche i gesti più semplici, come salire le scale o camminare in casa, in ostacoli insormontabili. Quando le terapie conservative non bastano più, molte persone iniziano a considerare la protesi d’anca come unica via  per tornare a una vita attiva e serena.

Ma non tutte le protesi sono uguali, e soprattutto, non tutti i percorsi chirurgici offrono lo stesso livello di sicurezza, personalizzazione e recupero.

È proprio qui che entra in gioco il Metodo del Dott. D’Apolito, un approccio innovativo, personalizzato ed efficace per chi desidera affrontare la chirurgia dell’anca con la massima fiducia, riducendo i tempi di recupero e aumentando le probabilità di tornare a una vita senza dolore.

Quando il dolore all’anca diventa un limite

Il dolore persistente all’anca non è solo una questione fisica. Incide sull’umore, sulle relazioni sociali, sulla capacità di lavorare e, in molti casi, sull’autonomia personale. Può dipendere da artrosi avanzata, necrosi della testa del femore, traumi o malformazioni.

Molti pazienti arrivano alla visita specialistica dopo mesi, a volte anni, di terapie inefficaci o non risolutive. Farmaci, fisioterapia, infiltrazioni… tutto sembra funzionare per poco, fino a quando il dolore torna più forte di prima.

In questi casi, la soluzione più efficace e duratura è spesso la protesi all’anca.

Che cos’è la protesi d’anca?

La protesi d’anca è un impianto medico che sostituisce l’articolazione dell’anca danneggiata, ripristinando la funzionalità e riducendo drasticamente il dolore. L’intervento chirurgico consiste nella rimozione delle superfici articolari compromesse e nella loro sostituzione con componenti artificiali in metallo, ceramica o polietilene.

Si tratta oggi di uno degli interventi ortopedici più sicuri e con il più alto tasso di successo a lungo termine. Tuttavia, il risultato dipende da molti fattori, tra cui l’esperienza del chirurgo, la qualità dell’impianto e soprattutto la personalizzazione del percorso chirurgico e riabilitativo.

Il Metodo del Dott. D’Apolito: più di una semplice protesi

Il Dott. D’Apolito, ortopedico specializzato nella chirurgia dell’anca e del ginocchio, ha sviluppato un metodo che mette il paziente al centro di tutto il percorso. Non si tratta semplicemente di “fare un intervento”, ma di costruire un programma su misura, basato su:

  • Valutazione clinica approfondita e diagnosi personalizzata 
  • Scelta della protesi d’anca più adatta in base all’età, allo stile di vita, alla struttura ossea del paziente 
  • Utilizzo delle tecniche più moderne e mini-invasive, che riducono i tempi di degenza e recupero 
  • Un percorso pre-operatorio chiaro e guidato 
  • Riabilitazione precoce e assistita, con obiettivi definiti e progressivi 

Questo approccio ha permesso a centinaia di pazienti di tornare a camminare senza dolore, spesso in tempi più rapidi rispetto ai percorsi chirurgici tradizionali.

Un percorso chirurgico su misura

Uno degli aspetti distintivi del Metodo del Dott. D’Apolito è la personalizzazione. Ogni paziente è unico, e la chirurgia deve rispettare questa unicità. La scelta della protesi all’anca non è mai casuale: viene selezionata in base a parametri precisi, come la qualità dell’osso, la sua morfologia, il livello di attività del paziente e le sue aspettative post-operatorie.

Il Dott. D’Apolito utilizza protesi di ultima generazione e tecniche mini-invasive rispettando la muscolatura e i tessuti profondi per ottenere una ripresa più rapida e meno dolorosa.

Da Nord a Sud Italia per ridurre le distanze con il paziente

Il Dott. D’Apolito esegue interventi di protesi d’anca a Milano, in strutture ospedaliere d’eccellenza, dotate di strumentazioni all’avanguardia e un team dedicato. Questo permette ai pazienti di essere curati in un centro di riferimento, per garantire qualità del percorso chirurgico, allineato ai migliori standard clinici nazionali.

Il Metodo del Dott. D’Apolito è oggi accessibile in diverse regioni italiane, eliminando la necessità di spostamenti per l’inquadramento iniziale e la presa in carico. Grazie a una rete di strutture selezionate e specializzate, il paziente può intraprendere il percorso verso la protesi d’anca iniziando con una valutazione vicino a casa, potendo contare su esperienza e competenza.

Milano – IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio – Via Cristina Belgioioso, 173 – 20161 Milano
Nel cuore di uno dei poli ortopedici più avanzati d’Europa, il Dott. D’Apolito opera in ambienti altamente specializzati, ideali per chi cerca soluzioni rapide, moderne e all’avanguardia. L’approccio integrato del Galeazzi -esteso anche all’Istituto Clinico San Siro- garantisce un’eccellenza clinica e tecnologica che pone il paziente al centro di un percorso completo e sicuro.

Per mettere a disposizione la propria expertise anche a chi vive lontano da Milano, il Dott. D’Apolito visita in diverse strutture dislocate sul territorio nazionale:

Biella – Cerba Healthcare Cletamedica- Via della Repubblica, 6 – 13900 Biella

Lanciano – CAMS Centro Atleti Medico Sportivo- Via Ferro di Cavallo, 108 – 66034 Lanciano

Pescara – Pescara Smart Care- Via Tiburtina Valeria, 63 – 65128 Pescara

Policastro Bussentino – Centro Diagnostico Futura- Via Ferrovia, 1 – 84070 Policastro Bussentino

Tempi di recupero: tornare a camminare in tempi brevi

Grazie all’approccio mini-invasivo e alla gestione integrata del post-operatorio, molti pazienti riescono a tornare a camminare il giorno stesso o il giorno dopo l’intervento. La degenza ospedaliera si riduce mediamente a 3-4 giorni, e il ritorno a una vita autonoma avviene spesso nel giro di poche settimane.

Questo non significa che il recupero sia “magico”: ogni percorso è guidato e monitorato attentamente da un team multidisciplinare, che lavora per evitare complicanze, migliorare la mobilità e ridurre il dolore.

I vantaggi del Metodo del Dott. D’Apolito

Chi ha scelto questo percorso riporta benefici concreti e duraturi:

  • Riduzione significativa del dolore all’anca 
  • Ritorno all’autonomia in tempi rapidi 
  • Maggiore sicurezza durante la deambulazione 
  • Miglioramento della postura e della qualità del sonno 
  • Ripresa dell’attività fisica (in molti casi anche sportiva, sotto controllo medico) 

A chi è rivolto il Metodo?

Il Metodo è indicato per tutti i pazienti che soffrono di:

  • Artrosi avanzata dell’anca 
  • Dolore cronico che limita la deambulazione 
  • Fallimento di terapie conservative 
  • Necessità di chirurgia dell’anca primaria o di revisione 

Grazie alla flessibilità del percorso, anche persone anziane o con comorbidità possono affrontare l’intervento in sicurezza, con un supporto medico continuo.

Testimonianze reali

Molti pazienti del Dott. D’Apolito raccontano di aver ritrovato la libertà di camminare, viaggiare, salire le scale o semplicemente uscire di casa senza dolore. Le loro storie sono visibili sul sito ufficiale del Dottore e rappresentano un patrimonio di fiducia per chi sta ancora valutando se affrontare l’intervento.

Riprendi il controllo della tua vita

Se soffri di dolore all’anca e stai cercando una soluzione definitiva, il Metodo del Dott. D’Apolito può rappresentare la svolta che aspettavi. Grazie a un approccio personalizzato, tecniche moderne e una cura attenta in ogni fase del percorso, è possibile tornare a camminare senza dolore, con fiducia e sicurezza.

Prenota una visita

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  • CAMS Centro Atleti Medico Sportivo, Via Ferro di Cavallo, 108 • 66034 | Lanciano
  • Pescara Smart Care, Via Tiburtina Valeria, 63 • 65128 | Pescara
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Dott. Rocco D’Apolito 

Specialista in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca.

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Protesi d’anca: tecniche chirurgiche mini-invasive per un recupero più rapido e con meno dolore

Negli ultimi anni, l’evoluzione della medicina ha portato a una vera e propria rivoluzione nella chirurgia ortopedica, soprattutto nel campo della protesi d’anca. Le tecniche mini-invasive rappresentano oggi uno dei progressi più rilevanti, offrendo vantaggi concreti per i pazienti: meno dolore post-operatorio, minor perdita di sangue, cicatrici più piccole e, soprattutto, un recupero funzionale più veloce. 

Ma in cosa consistono queste metodologie e perché stanno diventando la scelta preferita da chirurghi e pazienti?

Cos’è una protesi d’anca e quando è necessaria

La protesi all’anca è un intervento chirurgico indicato per chi soffre di gravi patologie articolari che compromettono la mobilità e la qualità della vita. I motivi principali per cui si ricorre a questa operazione includono dolore all’anca cronico in artrosi severa, necrosi della testa femorale o fratture del femore. Quando la terapia conservativa non basta più, la chirurgia diventa la soluzione più efficace per ritrovare autonomia e benessere.

L’intervento consiste nella sostituzione dell’articolazione danneggiata con una protesi artificiale, progettata per riprodurre fedelmente il movimento naturale dell’articolazione.

Le tecniche chirurgiche tradizionali vs mini-invasive

Fino a pochi anni fa, la chirurgia dell’anca era sinonimo di interventi molto invasivi, con grandi incisioni, lunghi tempi di recupero e notevole disagio per il paziente. Oggi, grazie all’innovazione, la chirurgia dell’anca si è trasformata: le tecniche mini-invasive permettono di ridurre il trauma chirurgico intervenendo sui tessuti in modo più selettivo e preciso.

La chirurgia mini-invasiva per la protesi anca si basa non solo su incisioni più piccole, con un accesso all’articolazione più mirato, ma anche sull’evitare il taglio dei principali muscoli limitando di traumatizzare i tessuti. Questo si traduce in una minore infiammazione, una riduzione del dolore post-operatorio e un ritorno più rapido alla vita quotidiana.

I principali vantaggi della chirurgia mini-invasiva dell’anca

Uno degli aspetti più apprezzati di queste nuove metodiche è il miglioramento della qualità della vita nel breve e medio periodo. Vediamo i principali benefici:

  • Recupero più veloce: i pazienti riescono ad alzarsi e camminare, spesso, già il giorno stesso o in quello successivo all’intervento.
  • Minore dolore: il rispetto dei tessuti e la preservazione dei muscoli riducono il dolore post-operatorio.
  • Meno complicanze: la perdita di sangue è inferiore e il minor danno tissutale può ridurre il rischio di infezione.
  • Cicatrici ridotte: l’aspetto estetico migliora e l’intervento è meno visibile.
  • Minore degenza ospedaliera: molti pazienti possono essere dimessi in pochi giorni.

Tecnologie e strumenti all’avanguardia

Le moderne tecniche per la protesi all’anca si avvalgono anche di strumenti sofisticati. Tra questi troviamo il supporto della pianificazione digitale preoperatoria, l’uso della navigazione intra-operatoria e l’impiego di robot chirurgici. Queste tecnologie permettono di ottenere una maggiore precisione nel posizionamento dell’impianto, riducendo il rischio di malposizionamenti che potrebbero compromettere la funzionalità e la durata della protesi nel tempo. 

In alcune strutture d’eccellenza, è possibile accedere a questi protocolli altamente tecnologici, garantendo ai pazienti risultati più duraturi e sicuri. Tuttavia, è opportuno precisare che tali risultati sono la somma di più fattori, in cui quello umano è determinante, mentre la tecnologia rappresenta solo una forma di assistenza aggiuntiva.

Il ruolo del chirurgo e la scelta del centro specializzato

La riuscita di un intervento di protesi anca dipende da vari fattori, ma il più importante è senza dubbio l’esperienza del chirurgo. Un professionista specializzato in chirurgia dell’anca, con centinaia di interventi all’attivo e una formazione continua, è in grado di valutare la tecnica più indicata per ogni singolo caso e riprodurre in sala operatoria il programma pianificato prima dell’intervento.

In città come Milano, rinomata per la qualità della sua offerta sanitaria, è possibile trovare equipe altamente qualificate nella chirurgia mini-invasiva dell’anca. Anche in centri di minori dimensioni, l’evoluzione delle tecnologie ha reso possibile offrire standard molto elevati, favorendo così una diffusione più capillare di questi approcci innovativi.

Post-operatorio e riabilitazione: cosa aspettarsi

Dopo un intervento mini-invasivo di protesi anca, il paziente segue un percorso di riabilitazione personalizzato. Già nelle prime 24-48 ore si inizia a camminare con l’aiuto di un fisioterapista. Nei giorni successivi, il movimento viene gradualmente ripristinato con esercizi mirati per rafforzare la muscolatura e migliorare l’equilibrio.

La riabilitazione post-chirurgica è fondamentale per garantire il successo dell’intervento nel lungo periodo. Un approccio precoce e guidato permette al paziente di tornare più rapidamente alla propria routine, riducendo i rischi di complicazioni e migliorando l’autonomia quotidiana.

Un investimento sulla qualità della vita

Optare per una protesi all’anca con tecnica mini-invasiva non significa solo risolvere un problema di dolore all’anca, ma fare una vera e propria scelta di benessere. L’intervento permette a molte persone di tornare a svolgere le attività che avevano abbandonato: passeggiate, lavoro, viaggi e persino sport con le cautele del caso.

La chirurgia mini-invasiva rappresenta dunque un connubio perfetto tra innovazione, sicurezza e personalizzazione. Con l’aumentare della disponibilità di centri specializzati in protesi anca a Milano e in altre città italiane, questa opzione è oggi più accessibile che mai.

Conclusioni

Le nuove tecniche mini-invasive per la protesi d’anca rappresentano una svolta nella medicina moderna. Offrono meno dolore, tempi di recupero più brevi e risultati funzionali eccellenti. Per chi soffre di dolore cronico all’anca o patologie articolari invalidanti, queste procedure rappresentano una concreta opportunità per tornare a vivere senza limitazioni.

Prima di affrontare l’intervento, è fondamentale rivolgersi a un centro specializzato e confrontarsi con un chirurgo esperto in chirurgia dell’anca, che possa indicare la soluzione più adatta in base alla storia clinica e allo stile di vita del paziente.

Investire oggi sulla propria salute articolare significa garantirsi una migliore qualità della vita per il futuro.

Se soffri di dolore all’anca e vuoi capire se è il momento giusto per agire, prenota una visita con il Dott. Rocco D’Apolito a Milano, Biella, Lanciano, Pescara e da oggi anche nel Cilento (Policastro). Ogni percorso di cura inizia con una valutazione attenta e si costruisce su misura per te.

Se avverti dolore all’anca, hai già una protesi o temi che qualcosa non stia funzionando, non aspettare. Parla con uno specialista: la tua qualità della vita può migliorare, e anche molto.

Prenota una visita per scoprire la soluzione più adatta a te: chiama o scrivi su WhatsApp al 379 12 89 340, oppure mandami una mail a info@roccodapolito.it

Dove visito?

  • IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, Via Cristina Belgioioso, 173 • 20161 | Milano
  • Cerba Healthcare Cletamedica, Via della Repubblica, 6 • 13900 | Biella
  • CAMS Centro Atleti Medico Sportivo, Via Ferro di Cavallo, 108 • 66034 | Lanciano
  • Pescara Smart Care, Via Tiburtina Valeria, 63 • 65128 | Pescara
  • Centro Diagnostico Futura, Via Ferrovia, 1 • 84070| Policastro Bussentino 

 

Dott. Rocco D’Apolito 

Specialista in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca.

Nr. Ordine dei Medici della Provincia di Salerno: 9967

Partita Iva: 05509690656

 

Dolore all’anca: meglio aspettare o intervenire subito?

I vantaggi di un trattamento tempestivo e rischi della procrastinazione

Il dolore all’anca è una delle condizioni più comuni tra adulti e anziani, e può compromettere seriamente la qualità della vita. Camminare, salire le scale, alzarsi da una sedia: gesti quotidiani diventano faticosi o addirittura impossibili. In questi casi, molti pazienti si trovano di fronte a un bivio: aspettare o intervenire subito?

Quando il dolore all’anca diventa persistente, limita i movimenti e non risponde più ai trattamenti conservativi, una valutazione specialistica tempestiva può fare la differenza. In particolare, la protesi d’anca rappresenta oggi una soluzione sicura, personalizzata e tecnologicamente avanzata per tornare a vivere senza dolore.

Procrastinare può peggiorare la situazione

Aspettare che il dolore “passi da solo” è un errore frequente. In realtà, il dolore cronico all’anca può essere il segnale di patologie articolari degenerative, come la coxartrosi, che tendono a peggiorare nel tempo. Rimandare un trattamento significa:

  • Aumentare il danno articolare;
  • Compromettere la mobilità;
  • Peggiorare la postura e sovraccaricare altre articolazioni (ginocchio, schiena);
  • Perdere muscolatura e tono a causa dell’inattività;
  • Prolungare lo stato di disabilità e dipendenza.

Inoltre, arrivare tardi a un intervento di chirurgia dell’anca può rendere l’intervento più complesso e la riabilitazione più lunga e difficile.

Quando è il momento di rivolgersi allo specialista?

Non tutti i dolori all’anca richiedono subito un intervento. In alcuni casi, un trattamento conservativo può bastare. Ma ci sono segnali che non vanno mai ignorati:

  • Dolore persistente da settimane o mesi, anche a riposo;
  • Difficoltà nei movimenti semplici, come allacciarsi le scarpe o salire in auto;
  • Zoppia evidente;
  • Perdita di forza e rigidità;
  • Dolore notturno che interrompe il sonno.

Se ti riconosci questi sintomi, è il momento di prenotare una valutazione specialistica. Il Dott. Rocco D’Apolito effettua visite approfondite a Milano, Biella e in Abruzzo (sedi di Lanciano e Pescara) per offrire a ciascun paziente un percorso personalizzato, dalla diagnosi alla riabilitazione post-operatoria.

Protesi d’anca: una soluzione sicura e moderna

La protesi d’anca è un intervento chirurgico che sostituisce l’articolazione danneggiata con una componente artificiale in grado di ripristinare la funzione e alleviare il dolore. Grazie ai continui progressi nella chirurgia dell’anca, oggi questo tipo di intervento è diventato sempre più preciso, mini-invasivo e personalizzato.

Il Dott. Rocco D’Apolito, specializzato in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca, riceve presso l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano e anche in sedi decentrate come Biella, Pescara e Lanciano, offrendo a ciascun paziente una valutazione completa senza la necessità di lunghi spostamenti.

Ogni intervento di protesi all’anca viene studiato su misura, in base alla storia clinica, all’età, al livello di attività fisica e agli obiettivi del paziente. Anche nei casi più complessi, come una revisione della protesi d’anca o un secondo intervento, oggi è possibile intervenire con tecniche altamente specializzate.

I vantaggi di un intervento tempestivo

Intervenire precocemente con una protesi all’anca offre numerosi benefici:

  1. Riduzione del dolore: la maggior parte dei pazienti riferisce un significativo miglioramento già nelle prime settimane post-operatorie.
  2. Recupero funzionale più rapido: quando i muscoli e le strutture circostanti non sono ancora troppo compromessi, il recupero dopo l’intervento è più veloce e completo.
  3. Migliore qualità della vita: tornare a camminare senza dolore, svolgere le attività quotidiane e muoversi con naturalezza migliora l’umore, l’autonomia e la socialità.
  4. Minori complicazioni: intervenire prima riduce il rischio di dover affrontare problematiche posturali, sovraccarico su altre articolazioni o uso prolungato di farmaci antinfiammatori.

E se si tratta di una seconda protesi d’anca?

Affrontare un secondo intervento di protesi all’anca può generare ansia. Ma oggi, grazie a strumenti di chirurgia e pianificazione computer-assistita, materiali avanzati e tecniche conservative per il tessuto osseo, è possibile affrontare anche le revisioni protesiche in totale sicurezza.

L’importante è rivolgersi a un’équipe con esperienza specifica. Presso l’Unità Operativa di Chirurgia dell’Anca dell’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano, il Dott. D’Apolito è un punto di riferimento proprio per i casi complessi, offrendo soluzioni mirate per ogni esigenza.

Il percorso: dalla visita al ritorno alla vita attiva

  1. Prima visita specialistica: analisi del dolore, esami clinici e diagnostici (radiografie, TAC, risonanza).
  2. Pianificazione dell’intervento: scelta della protesi, eventuali trattamenti preparatori, spiegazione delle tempistiche.
  3. Chirurgia mini-invasiva (quando indicata): riduzione del trauma chirurgico, minor perdita di sangue, cicatrici più piccole.
  4. Riabilitazione personalizzata: fisioterapia precoce per il ritorno all’autonomia e alla vita attiva.
  5. Follow-up attento e continuo, anche a distanza, per monitorare i progressi e prevenire eventuali complicazioni.

Perché scegliere il Dott. Rocco D’Apolito

Grazie a un approccio multidisciplinare e alla possibilità di ricevere assistenza anche in sedi territoriali come BiellaLanciano e Pescara, oggi accedere a una valutazione specialistica è più semplice. Il Dott. D’Apolito si distingue per:

  • Esperienza specifica in chirurgia protesica dell’anca;
  • Attenzione al paziente in ogni fase del percorso;
  • Utilizzo delle tecniche più avanzate e meno invasive;
  • Percorsi su misura anche per pazienti giovani, sportivi o con patologie complesse;
  • Presenza sul territorio per facilitare il follow-up e ridurre gli spostamenti.

Conclusioni

Il dolore all’anca non va mai ignorato. Aspettare può sembrare la scelta più semplice, ma spesso è quella più rischiosa. Oggi la protesi d’anca è una soluzione efficace, sicura e personalizzata, che permette di tornare a una vita attiva senza dolore.

Se soffri di dolore all’anca e vuoi capire se è il momento giusto per agire, prenota una visita con il Dott. Rocco D’Apolito a Milano, Biella, Lanciano, Pescara. Ogni percorso di cura inizia con una valutazione attenta e si costruisce su misura per te.

Se avverti dolore all’anca, hai già una protesi o temi che qualcosa non stia funzionando, non aspettare. Parla con uno specialista: la tua qualità della vita può migliorare, e anche molto.

Prenota una visita per scoprire la soluzione più adatta a te: chiama o scrivi su WhatsApp al 379 12 89 340, oppure mandami una mail a info@roccodapolito.it

Dove visito?

IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, Via Cristina Belgioioso, 173 • 20161 | Milano

Cerba Healthcare Cletamedica, Via della Repubblica, 6 • 13900 | Biella

CAMS Centro Atleti Medico Sportivo, Via Ferro di Cavallo, 108 • 66034 | Lanciano

Pescara Smart Care, Via Tiburtina Valeria, 63 • 65128 | Pescara

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Protesi d’anca: quali sono i rischi di un secondo intervento?

In Italia, decine di migliaia di persone ogni anno si sottopongono all’intervento di protesi all’anca che, grazie alla moderna chirurgia dell’anca, risulta sempre più preciso, sicuro e personalizzato.

Tuttavia, in alcuni casi, può rendersi necessario un secondo intervento. Una prospettiva che genera paura e insicurezza nei pazienti: perché una protesi fallisce? Quali sono i rischi? È possibile evitare complicazioni? E, soprattutto, come affrontare un reintervento nel modo giusto?

In questo articolo analizziamo i motivi per cui può essere necessario un secondo intervento di protesi all’anca, i potenziali rischi, e quali sono oggi le migliori strategie per ridurli, affrontare la situazione con serenità e tornare a muoversi senza dolore.

Quando è necessario un secondo intervento sulla protesi d’anca?

In medicina, si parla di revisione di protesi d’anca quando si effettua un nuovo intervento per sostituire (in parte o totalmente) una protesi già impiantata in precedenza. Le motivazioni possono essere diverse:

  • Usura della protesi: dopo 15-20 anni, soprattutto con i materiali della precedente generazione, anche le migliori protesi possono usurarsi e perdere l’ancoraggio all’osso.
  • Infezioni periprotesiche: sebbene rare, le infezioni possono colpire l’area attorno alla protesi, rendendo necessario un nuovo intervento.
  • Lussazione o mobilizzazione della protesi: si verifica quando la protesi perde il corretto ancoraggio e si muove all’interno dell’osso.
  • Fratture periprotesiche: cadute o traumi possono danneggiare le ossa in cui è alloggiata la protesi.
  • Dolore persistente all’anca: quando, anche a distanza di tempo, il dolore non migliora e compromette la qualità di vita.

È del tutto comprensibile avere paura di un secondo intervento all’anca. Molti dei pazienti che incontro, dopo essersi già sottoposti a un’operazione invasiva, temono complicazioni, dolore o una lunga riabilitazione.

Tuttavia, rispetto al passato, la medicina ha fatto enormi passi avanti. Oggi i centri specializzati in chirurgia dell’anca offrono soluzioni mirate e personalizzate, riducendo sensibilmente i rischi associati al reintervento. Inoltre, la chirurgia mini-invasiva e le nuove protesi di ultima generazione permettono tempi di recupero più rapidi e risultati più duraturi per i primi impianti.

I rischi di un secondo intervento all’anca: cosa sapere 

Ogni intervento chirurgico comporta dei rischi, ma conoscerli aiuta a gestirli meglio. Nel caso della revisione di protesi all’anca, il rischio di complicanze è aumentato rispetto ad un primo impianto. I principali rischi includono:

  1. Infezioni – Anche se i protocolli di sterilizzazione sono elevatissimi, è possibile che insorgano infezioni. Per questo è fondamentale affidarsi a centri con alti standard di sicurezza.
  2. Lussazioni  La muscolatura ed i tessuti intorno alla protesi sono spesso danneggiati e di conseguenza non garantiscono una tensione ed una stabilità ottimale. Per ridurre questo rischio, oltre a posizionare ed orientare gli impianti in maniera ottimale, è possibile utilizzare delle componenti studiate per ridurre questo rischio.
  3. Problemi di ancoraggio – In alcuni casi, l’osso potrebbe non offrire un supporto ottimale alla nuova protesi. E’ fondamentale per il chirurgo conoscere i principi di fissazione e padroneggiare gli impianti più adatti al caso specifico per ridurre questo rischio.
  4. Dolore persistente – Talvolta, può succedere che dopo un intervento di revisione insorga un nuovo dolore o permanga parte del dolore precedente. E’ importante eseguire una diagnosi preoperatoria prima di optare per una revisione e settare delle aspettative realistiche per i pazienti.
  5. Recupero più lungo – Un reintervento richiede quasi sempre un percorso di riabilitazione più graduale, ma con il giusto supporto si può tornare a una buona qualità di vita.

    L’esperienza del Dr. D’Apolito nei reinterventi complessi di protesi d’anca

    Affrontare un secondo intervento di protesi d’anca richiede competenze specifiche, maturate sul campo con casi complessi e delicati. Sono specializzato nella chirurgia di revisione dell’anca, con una consolidata esperienza nella gestione di pazienti già operati, anche in situazioni critiche e per casi ad alta complessità.

    Negli anni, ho avuto l’opportunità di seguire decine di pazienti provenienti da tutta Italia, collaborando a sviluppare protocolli chirurgici personalizzati e lavorando con le tecnologie più avanzate. La mia priorità è sempre stata garantire al paziente un recupero funzionale ottimale, riducendo al minimo i disagi post-operatori e restituendo una qualità della vita soddisfacente, anche a chi pensava di non poter più camminare senza dolore.

    Come affrontare un reintervento: i consigli dell’esperto

    Se ti è stato consigliato un secondo intervento di protesi all’anca, ecco alcuni consigli per affrontarlo con maggiore serenità:

    1. Scegli il centro giusto

    Non tutti gli specialisti e gli ospedali sono specializzati in revisioni complesse. Rivolgiti a strutture che hanno esperienza specifica nella chirurgia dell’anca e tecnologie avanzate. Se hai bisogno di me per un consulto mi trovi a Milano, Biella, e in Abruzzo. In ospedale, lavoro con equipe di esperti con competenze specifiche proprio in questo campo, cioè la ri-operazione all’anca.

    2. Non rimandare per paura

    Attendere troppo a lungo può peggiorare la situazione: aumentano dolore, rigidità articolare e rischio di ulteriori danni. Intervenire per tempo consente risultati migliori.

    3. Segui attentamente la riabilitazione

    Il recupero dipende in gran parte dall’impegno del paziente. Un fisioterapista esperto in post-operatorio dell’anca saprà guidarti passo passo.

    4. Chiedi tutte le informazioni

    Non avere timore di porre domande al tuo chirurgo: conoscere i dettagli dell’intervento ti aiuterà a sentirti più sicuro

    Protesi d’anca: come prevenire il secondo intervento?

    La buona notizia è che in molti casi, una revisione si può evitare con alcune accortezze:

    • Controlli regolari: visita di controllo annuale per monitorare l’integrità della protesi.
    • Attività fisica adeguata: evitare sport ad alto impatto, ma mantenere una buona mobilità con esercizi a basso carico.
    • Peso sotto controllo: il sovrappeso affatica la protesi e ne accelera l’usura.
    • Attenzione ai segnali: dolore all’anca, rigidità, scricchiolii o difficoltà nei movimenti devono essere sempre riferiti al medico.

    Dove trovare assistenza per la protesi d’anca

    Che tu sia alla prima operazione o debba affrontare un secondo intervento di protesi all’anca, è essenziale affidarsi a professionisti esperti. Strutture specializzate in chirurgia dell’anca, offrono valutazioni complete, diagnosi precise e interventi su misura.

    Molti centri permettono una presa in carico multidisciplinare, con ortopedici, fisiatri, fisioterapisti e infermieri specializzati che accompagnano il paziente in ogni fase, dalla diagnosi alla completa riabilitazione.

    Sono specializzato in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca, sono un punto di riferimento presso l’Unità Operativa di Chirurgia dell’Anca dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano, ma ricevo anche a Biella e in Abruzzo. Grazie all’esperienza e alla possibilità di ricevere cure anche in sedi decentrate, oggi puoi accedere ad una valutazione altamente specializzata senza dover affrontare lunghi spostamenti per iniziare il tuo percorso di cura.

    Affrontare un secondo intervento di protesi all’anca può fare paura, ma oggi esistono soluzioni sicure, mirate e tecnologicamente avanzate per gestire al meglio ogni caso. Con una diagnosi tempestiva, un’equipe medica esperta e un piano riabilitativo personalizzato, è possibile tornare a camminare, muoversi e vivere senza dolore.

    Se avverti dolore all’anca, hai già una protesi o temi che qualcosa non stia funzionando, non aspettare. Parla con uno specialista: la tua qualità della vita può migliorare, e anche molto.

    Prenota una visita per scoprire la soluzione più adatta a te: chiama o scrivi su WhatsApp al 379 12 89 340, oppure mandami una mail a info@roccodapolito.it

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    Pescara Smart Care, Via Tiburtina Valeria, 63 • 65128 | Pescara

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    Hai già subito un intervento all’anca ma il dolore persiste? Ecco cosa puoi fare

    Subire un intervento all’anca rappresenta spesso la speranza di liberarsi dal dolore cronico e migliorare la qualità della vita. Tuttavia, in alcuni casi, il recupero non procede come previsto e il dolore persiste o ricompare anche dopo anni dall’intervento.

    In questo articolo esploreremo i motivi per cui un’articolazione protesizzata può causare dolore, i segnali da monitorare e le soluzioni per affrontare il dolore persistente. Se hai subito un intervento all’anca e stai convivendo col dolore o se ti stai chiedendo se operare di nuovo sia la giusta soluzione, continua a leggere per scoprire cosa puoi fare.

    Qual è il decorso regolare di un intervento all’anca?

    I benefici di un intervento chirurgico all’anca ben riuscito includono una riduzione significativa del dolore, un miglioramento della funzionalità e il ritorno a una vita attiva.

    Subito dopo un intervento di protesi d’anca è normale avvertire un po’ di dolore, si tratta pur sempre della sostituzione chirurgica di una grande articolazione. Il dolore può essere più marcato quando accompagna un ematoma oppure nei casi di maggiore complessità. In generale, se il decorso è regolare, il dolore si riduce gradualmente fino a scomparire. Tuttavia, esistono dei casi in cui il recupero non è lineare, e possono insorgere complicanze che portano a un dolore persistente dopo l’intervento all’anca.

    Quando una protesi d’anca fa male: le possibili cause

    Schematicamente, il dolore può derivare da 3 sedi: intracapsulare, extracapsulare o estrinseca.

    1. Dolore Intracapsulare

    Significa che il dolore proviene dalla protesi o dall’osso intorno alla protesi, cioè l’acetabolo e/o il femore.

    L’infezione è una delle più temibili complicanze della chirurgia protesica. Sebbene infrequente, causa dolore, gonfiore, rossore, febbre e fuoriuscita di secrezione. Tuttavia, il quadro non è sempre così eclatante e la diagnosi può essere difficile, soprattutto quando si tratta di microrganismi a bassa virulenza che provocano danno molto lentamente. Il trattamento richiede quasi sempre uno o più interventi chirurgici, oltre alla terapia antibiotica.

    Quando le componenti protesiche perdono l’ancoraggio all’osso, si parla di mobilizzazione. Può presentarsi anche a distanza di molti anni dall’intervento ed essere favorita dall’usura dei materiali, che producono dei detriti. Queste microparticelle di polietilene generano una reazione infiammatoria dell’osso che si riassorbe (osteolisi) intorno alla protesi, facendole perdere la fissazione. I detriti del metallo possono anche causare delle reazioni infiammatorie avverse (vasculiti) e la formazione di grandi raccolte di tessuto infiammatorio o di liquido (pseudotumor) intorno alla protesi, specie come complicanza di protesi con accoppiamento di metallo su metallo oppure per erosione-corrosione alla giunzione tra la testina protesica e lo stelo (trunnionosi).

    Lo stelo femorale in alcuni casi può causare dolore alla coscia, più frequente con steli lunghi o con quelli più corti quando la parte finale giace a ridosso del confine dell’osso (la corticale). Questo dolore è legato al posizionamento dello stelo nei tre piani dello spazio, alla morfologia del canale femorale che ospita lo stelo oppure ad una combinazione di questi due fattori.

    Un’instabilità della protesi può causare lussazione. Questo evento è solitamente piuttosto doloroso e richiede un trattamento urgente.

    2. Dolore extracapsulare

    In questo caso il dolore proviene dalle strutture che circondano l’articolazione (muscoli, tendini e borse).

    Si parla genericamente di trocanterite per indicare il dolore al trocantere (un’area del femore). La causa può essere una borsite o un’eccessiva tensione sui tendini che qui si inseriscono o sulla fascia che si trova sopra di essi, così come una degenerazione o lesione dei tendini stessi.

    Il muscolo che permette di flettere la coscia sul bacino si può infiammare al contatto (conflitto) con la coppa protesica che è alloggiata nell’acetabolo stesso. In questi casi, si parla di tendinite o borsite dell’ileo-psoas. Talvolta può associarsi alla necessità di accompagnare la coscia in alcuni movimenti (es. salendo in macchina) e sensazione di mancanza di forza, in realtà legata al dolore.

    Un danno muscolare e/o alcuni fattori predisponenti del paziente posso causare ossificazioni eterotopiche. Queste possono provocare dolore e limitazione del movimento.

    3. Dolore estrinseco

    In questo caso il dolore deriva da strutture molto più distanti dall’anca (colonna vertebrale, nervi, ginocchio).

    La colonna vertebrale lombare e le articolazioni sacroiliache sono strettamente legata all’anca. Un cambiamento della geometria dell’anca e dell’allineamento del bacino può ripercuotersi sulla colonna e viceversa. Inoltre, una patologia della colonna vertebrale lombare che interessi le radici del nervo sciatico o femorale, può causare un dolore riferito che può mimare un dolore dell’anca.

    Durante l’intervento possono verificarsi dei danni accidentali ai nervi oppure dei nervi già un po’sofferenti prima dell’intervento possono irritarsi successivamente. Si manifesterà una neuropatia (femorale, sciatica, femorocutanea, otturatoria), configurando talvolta una vera e propria sindrome dolorosa regionale.

    Quando operare di nuovo l’anca?

    In alcuni casi, un secondo intervento può essere la soluzione, ma è fondamentale fare una valutazione approfondita per capire se questo sia davvero il passo giusto.

    Revisione della protesi

    La revisione della protesi è la sostituzione di tutte o di parte delle componenti protesiche. Tuttavia, la decisione di operare di nuovo un’anca dipende dal bilancio finale tra i tuoi fattori di rischio e i benefici attesi. Molto spesso, l’invasività dell’intervento dipende dal tempismo diagnostico, potendo andare da interventi poco invasivi fino a procedure molto impegnative per il paziente e per il chirurgo.

    Alternative non chirurgiche

    Esistono trattamenti alternativi che possono alleviare il dolore e migliorare la mobilità, ove applicabili.

    Farmaci antidolorifici e anti-infiammatori

    I farmaci antidolorifici o anti-infiammatori possono essere utili, se prescritti da un medico, per gestire il dolore cronico o in attesa del trattamento definitivo. Per i casi più avanzati, può essere richiesto il medico specialista di terapia del dolore. Anche alcuni farmaci antiriassorbivi dell’osso possono essere utilizzati in casi selezionati. I farmaci per il dolore neuropatico fanno parte della strategia terapeutica soprattutto nei casi di neuropatia o lesione nervosa e quelli in cui vi è coinvolgimento del tratto lombare.

    Terapie fisiche e riabilitative

    Una riabilitazione mirata è fondamentale per ripristinare la forza e la mobilità dopo un intervento all’anca, con un programma di esercizi personalizzati per ridurre il dolore. Per alcune cause di protesi dolorosa, la riabilitazione e le terapie fisiche sono una parte fondamentale del trattamento prima di considerare le alternative, sia per ridurre i sintomi sia per agire sulle cause del dolore.

    Infiltrazioni

    Le infiltrazioni sono una soluzione temporanea che può ridurre il dolore e l’infiammazione e gestire i sintomi mentre esplori altre soluzioni. Ci si riferisce a infiltrazioni di cortisone nella borsa trocanterica o dell’ileo-psoas oppure a quelli in vicinanza di nervi periferici.

    Le infiltrazioni di anestetico possono avere un valore diagnostico oltre che terapeutico, come per i cosiddetti blocchi nervosi, con effetti anche per diverse settimane. Trattamenti di ablazione con radiofrequenza rientrano nell’ambito delle terapie mininvasive.

    Conclusioni

    Se dopo un intervento chirurgico all’anca il dolore persiste, non disperare. Le ragioni per cui un intervento può fallire sono molteplici, ed è necessaria un approccio sistematico per giungere ad una corretta diagnosi e pensare a possibili soluzioni. Prima di prendere una decisione definitiva, è importante considerare trattamenti non chirurgici e parlarne con un medico specializzato che possa prendere in carico il tuo caso.

    La cosa più importante è non ignorare il problema, ma agire per migliorare la tua qualità della vita e non perdere tempo prezioso.

    Se il dolore continua a limitarti, consulta un esperto per discutere le soluzioni migliori per te.

    Prenota una visita per scoprire la soluzione più adatta a te: chiama o scrivi su WhatsApp al 379 12 89 340, oppure mandami una mail a info@roccodapolito.it

    Dove visito?

    IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, Via Cristina Belgioioso, 173 • 20161 | Milano

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    Dott. Rocco D’Apolito 

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    Nr. Ordine dei Medici della Provincia di Salerno: 9967

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    Il dolore all’anca ti impedisce di vivere la tua vita? Scopri quando è il momento di intervenire

    Il dolore all’anca può essere un ostacolo significativo nella vita di tutti i giorni. Difficoltà a camminare, rigidità mattutina, dolore all’inguine che si irradia fino al ginocchio: questi sono solo alcuni dei sintomi che possono limitare la mobilità e ridurre la qualità della vita.

    Ma quando è il momento di intervenire? 

    Esistono opzioni efficaci per evitare che il problema peggiori? 

    In questo articolo scoprirai i segnali da non sottovalutare e le migliori terapie per il dolore all’anca, dalle cure conservative fino all’intervento chirurgico.

    Quando il dolore all’anca diventa un campanello d’allarme?

    Non tutti i fastidi all’anca richiedono un intervento immediato. Tuttavia, alcuni sintomi indicano che la situazione sta peggiorando e che è necessario rivolgersi a uno specialista:

    1. Dolore persistente – Se il dolore dura da settimane o mesi senza migliorare, è il segnale che qualcosa non va.
    2. Rigidità e perdita di mobilità – Se fai fatica a piegarti, ad allacciarti le scarpe o a salire le scale, potrebbe essere presente un problema articolare.
    3. Dolore notturno – Il dolore che disturba il sonno è spesso un segnale di infiammazione avanzata.
    4. Scrosci articolari o sensazione di blocco – Se senti rumori o scatti nell’anca quando ti muovi, potrebbe esserci un danno alla cartilagine, anche di grado avanzato.
    5. Dolore che si irradia fino al ginocchio o alla schiena – L’anca è un’articolazione centrale del corpo e quando è compromessa, può causare dolore anche in altre aree.

    Se riconosci uno o più di questi segnali, è il momento di consultare un ortopedico specializzato.

    Le principali cause del dolore all’anca

    Il dolore all’anca può avere diverse origini, ma una delle più comuni è l’artrosi dell’anca (coxartrosi). Questa patologia colpisce la cartilagine articolare, causando dolore e limitazione nei movimenti.

    Oltre all’artrosi, esistono altre cause come:

    • Conflitto femoro-acetabolare – Un’alterazione ossea che provoca contatto anomalo tra femore e acetabolo, causando dolore nei giovani adulti.
    • Necrosi avascolare – Una riduzione del flusso sanguigno all’osso che porta alla morte del tessuto osseo.
    • Displasia dell’anca – Un’anomalia congenita che predispone a un’usura precoce dell’articolazione.
    • Tendiniti, tendinopatie e borsiti – Infiammazioni che possono causare dolore localizzato, soprattutto nei soggetti sportivi, ma anche negli adulti-anziani.

    Identificare la causa del dolore è fondamentale per scegliere la terapia più adatta.

    Terapie per il dolore all’anca: approcci conservativi e chirurgici

    1. Terapie conservative: quando si può evitare l’intervento

    Nelle fasi iniziali della malattia o nei casi meno gravi, è possibile gestire il dolore con trattamenti non invasivi:

    • Fisioterapia mirata – Rinforzare i muscoli dell’anca aiuta a stabilizzare l’articolazione e ridurre il dolore.
    • Terapie infiltrative – Iniezioni di acido ialuronico, corticosteroidi o PRP (plasma ricco di piastrine) per ridurre infiammazione e dolore.
    • Farmaci antidolorifici e antinfiammatori – Utili per il controllo dei sintomi, ma da assumere con moderazione per evitare effetti collaterali.
    • Perdita di peso e modifica dello stile di vita – Diminuire il carico sull’anca riduce la progressione dell’artrosi.

    Se il dolore è ancora gestibile, queste terapie possono ritardare la necessità di un intervento.

    2. Quando è necessario l’intervento all’anca?

    Quando il dolore diventa invalidante e i trattamenti conservativi non sono più efficaci, si valuta la chirurgia.

    L’intervento di protesi d’anca è oggi una delle operazioni più sicure ed efficaci in ortopedia. Grazie alle tecniche mininvasive, i tempi di recupero sono più rapidi e il rischio di complicanze è ridotto.

    Le opzioni chirurgiche includono:

    • Protesi totale d’anca – Sostituzione completa dell’articolazione con un impianto artificiale, ideale per l’artrosi avanzata, la necrosi e la displasia conclamate.
    • Interventi di rimodellamento osseo e osteotomie – Indicati per pazienti giovani o molto giovani con conflitto femoro-acetabolare o displasia.

    Dopo l’intervento di protesi, il paziente può tornare a camminare in pochi giorni e riprendere una vita attiva senza dolore.

    Non aspettare che il dolore all’anca peggiori

    Se il dolore all’anca sta compromettendo la tua quotidianità, non ignorarlo. Un consulto tempestivo con uno specialista può fare la differenza tra un approccio  conservativo e la necessità di un intervento.

    Oggi, grazie ai progressi nella chirurgia ortopedica, è possibile affrontare il dolore e ritrovare la libertà di movimento. Se hai sintomi persistenti, contatta un ortopedico esperto per una valutazione personalizzata.

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    Dott. Rocco D’Apolito 

    Specialista in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca.

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