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Dolore all’anca: meglio aspettare o intervenire subito?

I vantaggi di un trattamento tempestivo e rischi della procrastinazione

Il dolore all’anca è una delle condizioni più comuni tra adulti e anziani, e può compromettere seriamente la qualità della vita. Camminare, salire le scale, alzarsi da una sedia: gesti quotidiani diventano faticosi o addirittura impossibili. In questi casi, molti pazienti si trovano di fronte a un bivio: aspettare o intervenire subito?

Quando il dolore all’anca diventa persistente, limita i movimenti e non risponde più ai trattamenti conservativi, una valutazione specialistica tempestiva può fare la differenza. In particolare, la protesi d’anca rappresenta oggi una soluzione sicura, personalizzata e tecnologicamente avanzata per tornare a vivere senza dolore.

Procrastinare può peggiorare la situazione

Aspettare che il dolore “passi da solo” è un errore frequente. In realtà, il dolore cronico all’anca può essere il segnale di patologie articolari degenerative, come la coxartrosi, che tendono a peggiorare nel tempo. Rimandare un trattamento significa:

  • Aumentare il danno articolare;
  • Compromettere la mobilità;
  • Peggiorare la postura e sovraccaricare altre articolazioni (ginocchio, schiena);
  • Perdere muscolatura e tono a causa dell’inattività;
  • Prolungare lo stato di disabilità e dipendenza.

Inoltre, arrivare tardi a un intervento di chirurgia dell’anca può rendere l’intervento più complesso e la riabilitazione più lunga e difficile.

Quando è il momento di rivolgersi allo specialista?

Non tutti i dolori all’anca richiedono subito un intervento. In alcuni casi, un trattamento conservativo può bastare. Ma ci sono segnali che non vanno mai ignorati:

  • Dolore persistente da settimane o mesi, anche a riposo;
  • Difficoltà nei movimenti semplici, come allacciarsi le scarpe o salire in auto;
  • Zoppia evidente;
  • Perdita di forza e rigidità;
  • Dolore notturno che interrompe il sonno.

Se ti riconosci questi sintomi, è il momento di prenotare una valutazione specialistica. Il Dott. Rocco D’Apolito effettua visite approfondite a Milano, Biella e in Abruzzo (sedi di Lanciano e Pescara) per offrire a ciascun paziente un percorso personalizzato, dalla diagnosi alla riabilitazione post-operatoria.

Protesi d’anca: una soluzione sicura e moderna

La protesi d’anca è un intervento chirurgico che sostituisce l’articolazione danneggiata con una componente artificiale in grado di ripristinare la funzione e alleviare il dolore. Grazie ai continui progressi nella chirurgia dell’anca, oggi questo tipo di intervento è diventato sempre più preciso, mini-invasivo e personalizzato.

Il Dott. Rocco D’Apolito, specializzato in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca, riceve presso l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano e anche in sedi decentrate come Biella, Pescara e Lanciano, offrendo a ciascun paziente una valutazione completa senza la necessità di lunghi spostamenti.

Ogni intervento di protesi all’anca viene studiato su misura, in base alla storia clinica, all’età, al livello di attività fisica e agli obiettivi del paziente. Anche nei casi più complessi, come una revisione della protesi d’anca o un secondo intervento, oggi è possibile intervenire con tecniche altamente specializzate.

I vantaggi di un intervento tempestivo

Intervenire precocemente con una protesi all’anca offre numerosi benefici:

  1. Riduzione del dolore: la maggior parte dei pazienti riferisce un significativo miglioramento già nelle prime settimane post-operatorie.
  2. Recupero funzionale più rapido: quando i muscoli e le strutture circostanti non sono ancora troppo compromessi, il recupero dopo l’intervento è più veloce e completo.
  3. Migliore qualità della vita: tornare a camminare senza dolore, svolgere le attività quotidiane e muoversi con naturalezza migliora l’umore, l’autonomia e la socialità.
  4. Minori complicazioni: intervenire prima riduce il rischio di dover affrontare problematiche posturali, sovraccarico su altre articolazioni o uso prolungato di farmaci antinfiammatori.

E se si tratta di una seconda protesi d’anca?

Affrontare un secondo intervento di protesi all’anca può generare ansia. Ma oggi, grazie a strumenti di chirurgia e pianificazione computer-assistita, materiali avanzati e tecniche conservative per il tessuto osseo, è possibile affrontare anche le revisioni protesiche in totale sicurezza.

L’importante è rivolgersi a un’équipe con esperienza specifica. Presso l’Unità Operativa di Chirurgia dell’Anca dell’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano, il Dott. D’Apolito è un punto di riferimento proprio per i casi complessi, offrendo soluzioni mirate per ogni esigenza.

Il percorso: dalla visita al ritorno alla vita attiva

  1. Prima visita specialistica: analisi del dolore, esami clinici e diagnostici (radiografie, TAC, risonanza).
  2. Pianificazione dell’intervento: scelta della protesi, eventuali trattamenti preparatori, spiegazione delle tempistiche.
  3. Chirurgia mini-invasiva (quando indicata): riduzione del trauma chirurgico, minor perdita di sangue, cicatrici più piccole.
  4. Riabilitazione personalizzata: fisioterapia precoce per il ritorno all’autonomia e alla vita attiva.
  5. Follow-up attento e continuo, anche a distanza, per monitorare i progressi e prevenire eventuali complicazioni.

Perché scegliere il Dott. Rocco D’Apolito

Grazie a un approccio multidisciplinare e alla possibilità di ricevere assistenza anche in sedi territoriali come BiellaLanciano e Pescara, oggi accedere a una valutazione specialistica è più semplice. Il Dott. D’Apolito si distingue per:

  • Esperienza specifica in chirurgia protesica dell’anca;
  • Attenzione al paziente in ogni fase del percorso;
  • Utilizzo delle tecniche più avanzate e meno invasive;
  • Percorsi su misura anche per pazienti giovani, sportivi o con patologie complesse;
  • Presenza sul territorio per facilitare il follow-up e ridurre gli spostamenti.

Conclusioni

Il dolore all’anca non va mai ignorato. Aspettare può sembrare la scelta più semplice, ma spesso è quella più rischiosa. Oggi la protesi d’anca è una soluzione efficace, sicura e personalizzata, che permette di tornare a una vita attiva senza dolore.

Se soffri di dolore all’anca e vuoi capire se è il momento giusto per agire, prenota una visita con il Dott. Rocco D’Apolito a Milano, Biella, Lanciano, Pescara. Ogni percorso di cura inizia con una valutazione attenta e si costruisce su misura per te.

Se avverti dolore all’anca, hai già una protesi o temi che qualcosa non stia funzionando, non aspettare. Parla con uno specialista: la tua qualità della vita può migliorare, e anche molto.

Prenota una visita per scoprire la soluzione più adatta a te: chiama o scrivi su WhatsApp al 379 12 89 340, oppure mandami una mail a info@roccodapolito.it

Dove visito?

IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, Via Cristina Belgioioso, 173 • 20161 | Milano

Cerba Healthcare Cletamedica, Via della Repubblica, 6 • 13900 | Biella

CAMS Centro Atleti Medico Sportivo, Via Ferro di Cavallo, 108 • 66034 | Lanciano

Pescara Smart Care, Via Tiburtina Valeria, 63 • 65128 | Pescara

Dott. Rocco D’Apolito 

Specialista in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca.

Nr. Ordine dei Medici della Provincia di Salerno: 9967

Partita Iva: 05509690656

Protesi d’anca: quali sono i rischi di un secondo intervento?

In Italia, decine di migliaia di persone ogni anno si sottopongono all’intervento di protesi all’anca che, grazie alla moderna chirurgia dell’anca, risulta sempre più preciso, sicuro e personalizzato.

Tuttavia, in alcuni casi, può rendersi necessario un secondo intervento. Una prospettiva che genera paura e insicurezza nei pazienti: perché una protesi fallisce? Quali sono i rischi? È possibile evitare complicazioni? E, soprattutto, come affrontare un reintervento nel modo giusto?

In questo articolo analizziamo i motivi per cui può essere necessario un secondo intervento di protesi all’anca, i potenziali rischi, e quali sono oggi le migliori strategie per ridurli, affrontare la situazione con serenità e tornare a muoversi senza dolore.

Quando è necessario un secondo intervento sulla protesi d’anca?

In medicina, si parla di revisione di protesi d’anca quando si effettua un nuovo intervento per sostituire (in parte o totalmente) una protesi già impiantata in precedenza. Le motivazioni possono essere diverse:

  • Usura della protesi: dopo 15-20 anni, soprattutto con i materiali della precedente generazione, anche le migliori protesi possono usurarsi e perdere l’ancoraggio all’osso.
  • Infezioni periprotesiche: sebbene rare, le infezioni possono colpire l’area attorno alla protesi, rendendo necessario un nuovo intervento.
  • Lussazione o mobilizzazione della protesi: si verifica quando la protesi perde il corretto ancoraggio e si muove all’interno dell’osso.
  • Fratture periprotesiche: cadute o traumi possono danneggiare le ossa in cui è alloggiata la protesi.
  • Dolore persistente all’anca: quando, anche a distanza di tempo, il dolore non migliora e compromette la qualità di vita.

È del tutto comprensibile avere paura di un secondo intervento all’anca. Molti dei pazienti che incontro, dopo essersi già sottoposti a un’operazione invasiva, temono complicazioni, dolore o una lunga riabilitazione.

Tuttavia, rispetto al passato, la medicina ha fatto enormi passi avanti. Oggi i centri specializzati in chirurgia dell’anca offrono soluzioni mirate e personalizzate, riducendo sensibilmente i rischi associati al reintervento. Inoltre, la chirurgia mini-invasiva e le nuove protesi di ultima generazione permettono tempi di recupero più rapidi e risultati più duraturi per i primi impianti.

I rischi di un secondo intervento all’anca: cosa sapere 

Ogni intervento chirurgico comporta dei rischi, ma conoscerli aiuta a gestirli meglio. Nel caso della revisione di protesi all’anca, il rischio di complicanze è aumentato rispetto ad un primo impianto. I principali rischi includono:

  1. Infezioni – Anche se i protocolli di sterilizzazione sono elevatissimi, è possibile che insorgano infezioni. Per questo è fondamentale affidarsi a centri con alti standard di sicurezza.
  2. Lussazioni  La muscolatura ed i tessuti intorno alla protesi sono spesso danneggiati e di conseguenza non garantiscono una tensione ed una stabilità ottimale. Per ridurre questo rischio, oltre a posizionare ed orientare gli impianti in maniera ottimale, è possibile utilizzare delle componenti studiate per ridurre questo rischio.
  3. Problemi di ancoraggio – In alcuni casi, l’osso potrebbe non offrire un supporto ottimale alla nuova protesi. E’ fondamentale per il chirurgo conoscere i principi di fissazione e padroneggiare gli impianti più adatti al caso specifico per ridurre questo rischio.
  4. Dolore persistente – Talvolta, può succedere che dopo un intervento di revisione insorga un nuovo dolore o permanga parte del dolore precedente. E’ importante eseguire una diagnosi preoperatoria prima di optare per una revisione e settare delle aspettative realistiche per i pazienti.
  5. Recupero più lungo – Un reintervento richiede quasi sempre un percorso di riabilitazione più graduale, ma con il giusto supporto si può tornare a una buona qualità di vita.

    L’esperienza del Dr. D’Apolito nei reinterventi complessi di protesi d’anca

    Affrontare un secondo intervento di protesi d’anca richiede competenze specifiche, maturate sul campo con casi complessi e delicati. Sono specializzato nella chirurgia di revisione dell’anca, con una consolidata esperienza nella gestione di pazienti già operati, anche in situazioni critiche e per casi ad alta complessità.

    Negli anni, ho avuto l’opportunità di seguire decine di pazienti provenienti da tutta Italia, collaborando a sviluppare protocolli chirurgici personalizzati e lavorando con le tecnologie più avanzate. La mia priorità è sempre stata garantire al paziente un recupero funzionale ottimale, riducendo al minimo i disagi post-operatori e restituendo una qualità della vita soddisfacente, anche a chi pensava di non poter più camminare senza dolore.

    Come affrontare un reintervento: i consigli dell’esperto

    Se ti è stato consigliato un secondo intervento di protesi all’anca, ecco alcuni consigli per affrontarlo con maggiore serenità:

    1. Scegli il centro giusto

    Non tutti gli specialisti e gli ospedali sono specializzati in revisioni complesse. Rivolgiti a strutture che hanno esperienza specifica nella chirurgia dell’anca e tecnologie avanzate. Se hai bisogno di me per un consulto mi trovi a Milano, Biella, e in Abruzzo. In ospedale, lavoro con equipe di esperti con competenze specifiche proprio in questo campo, cioè la ri-operazione all’anca.

    2. Non rimandare per paura

    Attendere troppo a lungo può peggiorare la situazione: aumentano dolore, rigidità articolare e rischio di ulteriori danni. Intervenire per tempo consente risultati migliori.

    3. Segui attentamente la riabilitazione

    Il recupero dipende in gran parte dall’impegno del paziente. Un fisioterapista esperto in post-operatorio dell’anca saprà guidarti passo passo.

    4. Chiedi tutte le informazioni

    Non avere timore di porre domande al tuo chirurgo: conoscere i dettagli dell’intervento ti aiuterà a sentirti più sicuro

    Protesi d’anca: come prevenire il secondo intervento?

    La buona notizia è che in molti casi, una revisione si può evitare con alcune accortezze:

    • Controlli regolari: visita di controllo annuale per monitorare l’integrità della protesi.
    • Attività fisica adeguata: evitare sport ad alto impatto, ma mantenere una buona mobilità con esercizi a basso carico.
    • Peso sotto controllo: il sovrappeso affatica la protesi e ne accelera l’usura.
    • Attenzione ai segnali: dolore all’anca, rigidità, scricchiolii o difficoltà nei movimenti devono essere sempre riferiti al medico.

    Dove trovare assistenza per la protesi d’anca

    Che tu sia alla prima operazione o debba affrontare un secondo intervento di protesi all’anca, è essenziale affidarsi a professionisti esperti. Strutture specializzate in chirurgia dell’anca, offrono valutazioni complete, diagnosi precise e interventi su misura.

    Molti centri permettono una presa in carico multidisciplinare, con ortopedici, fisiatri, fisioterapisti e infermieri specializzati che accompagnano il paziente in ogni fase, dalla diagnosi alla completa riabilitazione.

    Sono specializzato in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca, sono un punto di riferimento presso l’Unità Operativa di Chirurgia dell’Anca dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano, ma ricevo anche a Biella e in Abruzzo. Grazie all’esperienza e alla possibilità di ricevere cure anche in sedi decentrate, oggi puoi accedere ad una valutazione altamente specializzata senza dover affrontare lunghi spostamenti per iniziare il tuo percorso di cura.

    Affrontare un secondo intervento di protesi all’anca può fare paura, ma oggi esistono soluzioni sicure, mirate e tecnologicamente avanzate per gestire al meglio ogni caso. Con una diagnosi tempestiva, un’equipe medica esperta e un piano riabilitativo personalizzato, è possibile tornare a camminare, muoversi e vivere senza dolore.

    Se avverti dolore all’anca, hai già una protesi o temi che qualcosa non stia funzionando, non aspettare. Parla con uno specialista: la tua qualità della vita può migliorare, e anche molto.

    Prenota una visita per scoprire la soluzione più adatta a te: chiama o scrivi su WhatsApp al 379 12 89 340, oppure mandami una mail a info@roccodapolito.it

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    IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, Via Cristina Belgioioso, 173 • 20161 | Milano

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    Specialista in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca.

    Nr. Ordine dei Medici della Provincia di Salerno: 9967

    Partita Iva: 05509690656

    Hai già subito un intervento all’anca ma il dolore persiste? Ecco cosa puoi fare

    Subire un intervento all’anca rappresenta spesso la speranza di liberarsi dal dolore cronico e migliorare la qualità della vita. Tuttavia, in alcuni casi, il recupero non procede come previsto e il dolore persiste o ricompare anche dopo anni dall’intervento.

    In questo articolo esploreremo i motivi per cui un’articolazione protesizzata può causare dolore, i segnali da monitorare e le soluzioni per affrontare il dolore persistente. Se hai subito un intervento all’anca e stai convivendo col dolore o se ti stai chiedendo se operare di nuovo sia la giusta soluzione, continua a leggere per scoprire cosa puoi fare.

    Qual è il decorso regolare di un intervento all’anca?

    I benefici di un intervento chirurgico all’anca ben riuscito includono una riduzione significativa del dolore, un miglioramento della funzionalità e il ritorno a una vita attiva.

    Subito dopo un intervento di protesi d’anca è normale avvertire un po’ di dolore, si tratta pur sempre della sostituzione chirurgica di una grande articolazione. Il dolore può essere più marcato quando accompagna un ematoma oppure nei casi di maggiore complessità. In generale, se il decorso è regolare, il dolore si riduce gradualmente fino a scomparire. Tuttavia, esistono dei casi in cui il recupero non è lineare, e possono insorgere complicanze che portano a un dolore persistente dopo l’intervento all’anca.

    Quando una protesi d’anca fa male: le possibili cause

    Schematicamente, il dolore può derivare da 3 sedi: intracapsulare, extracapsulare o estrinseca.

    1. Dolore Intracapsulare

    Significa che il dolore proviene dalla protesi o dall’osso intorno alla protesi, cioè l’acetabolo e/o il femore.

    L’infezione è una delle più temibili complicanze della chirurgia protesica. Sebbene infrequente, causa dolore, gonfiore, rossore, febbre e fuoriuscita di secrezione. Tuttavia, il quadro non è sempre così eclatante e la diagnosi può essere difficile, soprattutto quando si tratta di microrganismi a bassa virulenza che provocano danno molto lentamente. Il trattamento richiede quasi sempre uno o più interventi chirurgici, oltre alla terapia antibiotica.

    Quando le componenti protesiche perdono l’ancoraggio all’osso, si parla di mobilizzazione. Può presentarsi anche a distanza di molti anni dall’intervento ed essere favorita dall’usura dei materiali, che producono dei detriti. Queste microparticelle di polietilene generano una reazione infiammatoria dell’osso che si riassorbe (osteolisi) intorno alla protesi, facendole perdere la fissazione. I detriti del metallo possono anche causare delle reazioni infiammatorie avverse (vasculiti) e la formazione di grandi raccolte di tessuto infiammatorio o di liquido (pseudotumor) intorno alla protesi, specie come complicanza di protesi con accoppiamento di metallo su metallo oppure per erosione-corrosione alla giunzione tra la testina protesica e lo stelo (trunnionosi).

    Lo stelo femorale in alcuni casi può causare dolore alla coscia, più frequente con steli lunghi o con quelli più corti quando la parte finale giace a ridosso del confine dell’osso (la corticale). Questo dolore è legato al posizionamento dello stelo nei tre piani dello spazio, alla morfologia del canale femorale che ospita lo stelo oppure ad una combinazione di questi due fattori.

    Un’instabilità della protesi può causare lussazione. Questo evento è solitamente piuttosto doloroso e richiede un trattamento urgente.

    2. Dolore extracapsulare

    In questo caso il dolore proviene dalle strutture che circondano l’articolazione (muscoli, tendini e borse).

    Si parla genericamente di trocanterite per indicare il dolore al trocantere (un’area del femore). La causa può essere una borsite o un’eccessiva tensione sui tendini che qui si inseriscono o sulla fascia che si trova sopra di essi, così come una degenerazione o lesione dei tendini stessi.

    Il muscolo che permette di flettere la coscia sul bacino si può infiammare al contatto (conflitto) con la coppa protesica che è alloggiata nell’acetabolo stesso. In questi casi, si parla di tendinite o borsite dell’ileo-psoas. Talvolta può associarsi alla necessità di accompagnare la coscia in alcuni movimenti (es. salendo in macchina) e sensazione di mancanza di forza, in realtà legata al dolore.

    Un danno muscolare e/o alcuni fattori predisponenti del paziente posso causare ossificazioni eterotopiche. Queste possono provocare dolore e limitazione del movimento.

    3. Dolore estrinseco

    In questo caso il dolore deriva da strutture molto più distanti dall’anca (colonna vertebrale, nervi, ginocchio).

    La colonna vertebrale lombare e le articolazioni sacroiliache sono strettamente legata all’anca. Un cambiamento della geometria dell’anca e dell’allineamento del bacino può ripercuotersi sulla colonna e viceversa. Inoltre, una patologia della colonna vertebrale lombare che interessi le radici del nervo sciatico o femorale, può causare un dolore riferito che può mimare un dolore dell’anca.

    Durante l’intervento possono verificarsi dei danni accidentali ai nervi oppure dei nervi già un po’sofferenti prima dell’intervento possono irritarsi successivamente. Si manifesterà una neuropatia (femorale, sciatica, femorocutanea, otturatoria), configurando talvolta una vera e propria sindrome dolorosa regionale.

    Quando operare di nuovo l’anca?

    In alcuni casi, un secondo intervento può essere la soluzione, ma è fondamentale fare una valutazione approfondita per capire se questo sia davvero il passo giusto.

    Revisione della protesi

    La revisione della protesi è la sostituzione di tutte o di parte delle componenti protesiche. Tuttavia, la decisione di operare di nuovo un’anca dipende dal bilancio finale tra i tuoi fattori di rischio e i benefici attesi. Molto spesso, l’invasività dell’intervento dipende dal tempismo diagnostico, potendo andare da interventi poco invasivi fino a procedure molto impegnative per il paziente e per il chirurgo.

    Alternative non chirurgiche

    Esistono trattamenti alternativi che possono alleviare il dolore e migliorare la mobilità, ove applicabili.

    Farmaci antidolorifici e anti-infiammatori

    I farmaci antidolorifici o anti-infiammatori possono essere utili, se prescritti da un medico, per gestire il dolore cronico o in attesa del trattamento definitivo. Per i casi più avanzati, può essere richiesto il medico specialista di terapia del dolore. Anche alcuni farmaci antiriassorbivi dell’osso possono essere utilizzati in casi selezionati. I farmaci per il dolore neuropatico fanno parte della strategia terapeutica soprattutto nei casi di neuropatia o lesione nervosa e quelli in cui vi è coinvolgimento del tratto lombare.

    Terapie fisiche e riabilitative

    Una riabilitazione mirata è fondamentale per ripristinare la forza e la mobilità dopo un intervento all’anca, con un programma di esercizi personalizzati per ridurre il dolore. Per alcune cause di protesi dolorosa, la riabilitazione e le terapie fisiche sono una parte fondamentale del trattamento prima di considerare le alternative, sia per ridurre i sintomi sia per agire sulle cause del dolore.

    Infiltrazioni

    Le infiltrazioni sono una soluzione temporanea che può ridurre il dolore e l’infiammazione e gestire i sintomi mentre esplori altre soluzioni. Ci si riferisce a infiltrazioni di cortisone nella borsa trocanterica o dell’ileo-psoas oppure a quelli in vicinanza di nervi periferici.

    Le infiltrazioni di anestetico possono avere un valore diagnostico oltre che terapeutico, come per i cosiddetti blocchi nervosi, con effetti anche per diverse settimane. Trattamenti di ablazione con radiofrequenza rientrano nell’ambito delle terapie mininvasive.

    Conclusioni

    Se dopo un intervento chirurgico all’anca il dolore persiste, non disperare. Le ragioni per cui un intervento può fallire sono molteplici, ed è necessaria un approccio sistematico per giungere ad una corretta diagnosi e pensare a possibili soluzioni. Prima di prendere una decisione definitiva, è importante considerare trattamenti non chirurgici e parlarne con un medico specializzato che possa prendere in carico il tuo caso.

    La cosa più importante è non ignorare il problema, ma agire per migliorare la tua qualità della vita e non perdere tempo prezioso.

    Se il dolore continua a limitarti, consulta un esperto per discutere le soluzioni migliori per te.

    Prenota una visita per scoprire la soluzione più adatta a te: chiama o scrivi su WhatsApp al 379 12 89 340, oppure mandami una mail a info@roccodapolito.it

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