Hai già subito un intervento all’anca ma il dolore persiste? Ecco cosa puoi fare
Subire un intervento all’anca rappresenta spesso la speranza di liberarsi dal dolore cronico e migliorare la qualità della vita. Tuttavia, in alcuni casi, il recupero non procede come previsto e il dolore persiste o ricompare anche dopo anni dall’intervento.
In questo articolo esploreremo i motivi per cui un’articolazione protesizzata può causare dolore, i segnali da monitorare e le soluzioni per affrontare il dolore persistente. Se hai subito un intervento all’anca e stai convivendo col dolore o se ti stai chiedendo se operare di nuovo sia la giusta soluzione, continua a leggere per scoprire cosa puoi fare.
Qual è il decorso regolare di un intervento all’anca?
I benefici di un intervento chirurgico all’anca ben riuscito includono una riduzione significativa del dolore, un miglioramento della funzionalità e il ritorno a una vita attiva.
Subito dopo un intervento di protesi d’anca è normale avvertire un po’ di dolore, si tratta pur sempre della sostituzione chirurgica di una grande articolazione. Il dolore può essere più marcato quando accompagna un ematoma oppure nei casi di maggiore complessità. In generale, se il decorso è regolare, il dolore si riduce gradualmente fino a scomparire. Tuttavia, esistono dei casi in cui il recupero non è lineare, e possono insorgere complicanze che portano a un dolore persistente dopo l’intervento all’anca.
Quando una protesi d’anca fa male: le possibili cause
Schematicamente, il dolore può derivare da 3 sedi: intracapsulare, extracapsulare o estrinseca.
1. Dolore Intracapsulare
Significa che il dolore proviene dalla protesi o dall’osso intorno alla protesi, cioè l’acetabolo e/o il femore.
L’infezione è una delle più temibili complicanze della chirurgia protesica. Sebbene infrequente, causa dolore, gonfiore, rossore, febbre e fuoriuscita di secrezione. Tuttavia, il quadro non è sempre così eclatante e la diagnosi può essere difficile, soprattutto quando si tratta di microrganismi a bassa virulenza che provocano danno molto lentamente. Il trattamento richiede quasi sempre uno o più interventi chirurgici, oltre alla terapia antibiotica.
Quando le componenti protesiche perdono l’ancoraggio all’osso, si parla di mobilizzazione. Può presentarsi anche a distanza di molti anni dall’intervento ed essere favorita dall’usura dei materiali, che producono dei detriti. Queste microparticelle di polietilene generano una reazione infiammatoria dell’osso che si riassorbe (osteolisi) intorno alla protesi, facendole perdere la fissazione. I detriti del metallo possono anche causare delle reazioni infiammatorie avverse (vasculiti) e la formazione di grandi raccolte di tessuto infiammatorio o di liquido (pseudotumor) intorno alla protesi, specie come complicanza di protesi con accoppiamento di metallo su metallo oppure per erosione-corrosione alla giunzione tra la testina protesica e lo stelo (trunnionosi).
Lo stelo femorale in alcuni casi può causare dolore alla coscia, più frequente con steli lunghi o con quelli più corti quando la parte finale giace a ridosso del confine dell’osso (la corticale). Questo dolore è legato al posizionamento dello stelo nei tre piani dello spazio, alla morfologia del canale femorale che ospita lo stelo oppure ad una combinazione di questi due fattori.
Un’instabilità della protesi può causare lussazione. Questo evento è solitamente piuttosto doloroso e richiede un trattamento urgente.
2. Dolore extracapsulare
In questo caso il dolore proviene dalle strutture che circondano l’articolazione (muscoli, tendini e borse).
Si parla genericamente di trocanterite per indicare il dolore al trocantere (un’area del femore). La causa può essere una borsite o un’eccessiva tensione sui tendini che qui si inseriscono o sulla fascia che si trova sopra di essi, così come una degenerazione o lesione dei tendini stessi.
Il muscolo che permette di flettere la coscia sul bacino si può infiammare al contatto (conflitto) con la coppa protesica che è alloggiata nell’acetabolo stesso. In questi casi, si parla di tendinite o borsite dell’ileo-psoas. Talvolta può associarsi alla necessità di accompagnare la coscia in alcuni movimenti (es. salendo in macchina) e sensazione di mancanza di forza, in realtà legata al dolore.
Un danno muscolare e/o alcuni fattori predisponenti del paziente posso causare ossificazioni eterotopiche. Queste possono provocare dolore e limitazione del movimento.
3. Dolore estrinseco
In questo caso il dolore deriva da strutture molto più distanti dall’anca (colonna vertebrale, nervi, ginocchio).
La colonna vertebrale lombare e le articolazioni sacroiliache sono strettamente legata all’anca. Un cambiamento della geometria dell’anca e dell’allineamento del bacino può ripercuotersi sulla colonna e viceversa. Inoltre, una patologia della colonna vertebrale lombare che interessi le radici del nervo sciatico o femorale, può causare un dolore riferito che può mimare un dolore dell’anca.
Durante l’intervento possono verificarsi dei danni accidentali ai nervi oppure dei nervi già un po’sofferenti prima dell’intervento possono irritarsi successivamente. Si manifesterà una neuropatia (femorale, sciatica, femorocutanea, otturatoria), configurando talvolta una vera e propria sindrome dolorosa regionale.
Quando operare di nuovo l’anca?
In alcuni casi, un secondo intervento può essere la soluzione, ma è fondamentale fare una valutazione approfondita per capire se questo sia davvero il passo giusto.
Revisione della protesi
La revisione della protesi è la sostituzione di tutte o di parte delle componenti protesiche. Tuttavia, la decisione di operare di nuovo un’anca dipende dal bilancio finale tra i tuoi fattori di rischio e i benefici attesi. Molto spesso, l’invasività dell’intervento dipende dal tempismo diagnostico, potendo andare da interventi poco invasivi fino a procedure molto impegnative per il paziente e per il chirurgo.
Alternative non chirurgiche
Esistono trattamenti alternativi che possono alleviare il dolore e migliorare la mobilità, ove applicabili.
Farmaci antidolorifici e anti-infiammatori
I farmaci antidolorifici o anti-infiammatori possono essere utili, se prescritti da un medico, per gestire il dolore cronico o in attesa del trattamento definitivo. Per i casi più avanzati, può essere richiesto il medico specialista di terapia del dolore. Anche alcuni farmaci antiriassorbivi dell’osso possono essere utilizzati in casi selezionati. I farmaci per il dolore neuropatico fanno parte della strategia terapeutica soprattutto nei casi di neuropatia o lesione nervosa e quelli in cui vi è coinvolgimento del tratto lombare.
Terapie fisiche e riabilitative
Una riabilitazione mirata è fondamentale per ripristinare la forza e la mobilità dopo un intervento all’anca, con un programma di esercizi personalizzati per ridurre il dolore. Per alcune cause di protesi dolorosa, la riabilitazione e le terapie fisiche sono una parte fondamentale del trattamento prima di considerare le alternative, sia per ridurre i sintomi sia per agire sulle cause del dolore.
Infiltrazioni
Le infiltrazioni sono una soluzione temporanea che può ridurre il dolore e l’infiammazione e gestire i sintomi mentre esplori altre soluzioni. Ci si riferisce a infiltrazioni di cortisone nella borsa trocanterica o dell’ileo-psoas oppure a quelli in vicinanza di nervi periferici.
Le infiltrazioni di anestetico possono avere un valore diagnostico oltre che terapeutico, come per i cosiddetti blocchi nervosi, con effetti anche per diverse settimane. Trattamenti di ablazione con radiofrequenza rientrano nell’ambito delle terapie mininvasive.
Conclusioni
Se dopo un intervento chirurgico all’anca il dolore persiste, non disperare. Le ragioni per cui un intervento può fallire sono molteplici, ed è necessaria un approccio sistematico per giungere ad una corretta diagnosi e pensare a possibili soluzioni. Prima di prendere una decisione definitiva, è importante considerare trattamenti non chirurgici e parlarne con un medico specializzato che possa prendere in carico il tuo caso.
La cosa più importante è non ignorare il problema, ma agire per migliorare la tua qualità della vita e non perdere tempo prezioso.
Se il dolore continua a limitarti, consulta un esperto per discutere le soluzioni migliori per te.
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Dove visito?
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Dott. Rocco D’Apolito
Specialista in chirurgia protesica e trattamenti conservativi dell’anca.
Nr. Ordine dei Medici della Provincia di Salerno: 9967
Partita Iva: 05509690656
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